Cartolina virtuale di un precario al premier Berlusconi: «Le chiedo stabilità»

Dopo la frase dello "scandalo" pronunciata dal Ministro Brunetta in persona, "voi siete l'Italia peggiore", i precari di tutti d'Italia, e purtroppo sono tanti, insorgono e fanno sentire la loro voce. Ultima provocatoria iniziativa in ordine di tempo, quella messa in campo dalla Cgil: una cartolina virtuale indirizzata al Presidente del Consiglio dal titolo “i precari non devono essere offesi” , nella prima pagina del sito della funzione pubblica. Questa cartolina, contenente la richiesta di scuse per le affermazioni di Brunetta nei confronti del precariato e di un concreto impegno del Governo a risolvere il problema della precarietà dando corso alle stabilizzazioni, una volta inserito il nome ed il cognome del mittente e premuto “invio” sarà inoltrata automaticamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. «Invitiamo tutti i precari che , ormai da oltre vent’anni garantiscono – dichiarano Clara Crocè Segretario Generale della FP CGIL di Messina e Nino Pizzino responsabile del Mercato del Lavoro della FP Cgil – i servizi della Sanità , degli Enti Locali e della altre Pubbliche Amministrazioni , in condizioni di discriminazione salariale e contrattuale , a inviare migliaia di queste cartoline, affinché si possa dare un ulteriore forte segnale dello stato di disagio che vivono i precari pubblici di questo paese e della loro indisponibilità ad una aspettativa di vita senza futuro prospettatagli da questo Governo». Di seguito il testo della cartolina virtuale: «Signor Presidente Berlusconi, Nonostante per il ministro Brunetta io sia la "parte peggiore del paese", con il mio lavoro precario garantisco il funzionamento e l'erogazione dei servizi dei Ministeri, della Sanità degli Enti Locali e delle altre Pubbliche Amministrazioni. Ritengo sbagliata ed offensiva questa affermazione, perché falsa e priva di fondamento. Per questo Le chiedo di smentire le inopportune parole del ministro e di provvedere a darmi una meritata prospettiva di stabilità, dopo anni di lavoro in condizioni di discriminazione salariale e contrattuale rispetto agli altri lavoratori pubblici».