Deturpata la scalinata Santa Barbara e alla piscina Unime… entrano solo le “barche”. FOTO

Continuano le segnalazioni dei cittadini contro il degrado di alcune zone di Messina. L’attenzione oggi va alla scalinata di Santa Barbara, ristrutturata da poco meno di un anno. La scalinata, una delle poche zone abitative sopravvissute dopo il terremoto del 1908, e caratterizzata per questo da edifici risalenti al XVIII/XIX secolo, è diventata il grosso quaderno d’amore di qualche romantico, che ha riempito i gradoni di frasi realizzate con bombolette di vernice. Immancabile la presenza dei rifiuti, tra i quali spiccano alcune sedie in plastica e numerose bottiglie di birra. Va oltre la scalinata che porta alla scuola media Verona-Trento, in via XXIV maggio. Qui, oltre ai rifiuti “classici” – sacchetti dell’immondizia, cicche di sigarette e cartacce varie –, è possibile trovare persino delle siringhe usate.

Gli abitanti di Camaro, già frustrati dalle inefficienze della nettezza urbana e dal degrado del torrente, sono costretti a convivere anche con i ladri di tombini. Alcune griglie di protezione in ferro, infatti, sono state divelte e portate via. Al loro posto, dei pratici cassonetti segnalano la buca, in mancanza della messa in sicurezza da parte delle autorità.

Infine, una curiosità: alla piscina coperta dell’UNIME Sport l’accesso è consentito solo ai “natanti”; dunque chi si trova sprovvisto di uno scafo, o supera i 10 m di lunghezza, non potrà usufruire dei locali.

La “teoria della finestra rotta” spiega come piccoli segnali di degrado possano far percepire un luogo come abbandonato, incoraggiando comportamenti incivili e creando un circolo vizioso che porterà ulteriore disfacimento. Di contro, è stato dimostrato in molte grandi città che un luogo curato e pulito viene “preso a cuore” dai cittadini, che si impegneranno a preservarlo con più efficacia. L’auspicio è che questa teoria trovi finalmente applicazione anche a Messina, bisognosa più che mai di buoni esempi e modelli di civiltà per i propri abitanti e per gli stessi amministratori.

Giovanni Passalacqua