Il trionfo di Rinaldi, la disfatta di Buzzanca e la conferma “acciaccata” di Ardizzone

Come in ogni competizione che si rispetti, c’è chi vince e chi perde. In questo caso, c’è anche chi trionfa, portandosi via un “tesoretto” di 18.664 voti. E’ il deputato uscente del Pd, Franco Rinaldi, cognato di Francantonio Genovese, che non è solo il primo degli eletti della sua lista ma è il primo degli eletti di tutta la provincia messinese. Un dato incontrovertibile venuto fuori al temine dello scrutinio delle 782 sezioni provinciali. Quasi 10 mila voti in meno per il secondo più votato della lista del partito democratico, Giuseppe Laccoto, che porta a casa 8.993 voti. A Filippo Panarello ne basteranno, invece, 5.182 per tornare a riprendersi il seggio all’Ars, che occupa ininterrottamente da tre Legislature.

A fare da contraltare al successo di Rinaldi c’è la disfatta di Giuseppe Buzzanca, ex sindaco di Messina – dimessosi 9 mesi prima della scdnza naturale del mandato proprio per candidarsi alle regionali – ed ex deputato. L’ex primo cittadino ha mantenuto per molto più tempo di altri, anche dopo la sentenza di incompatibilità della Corte costituzionale, il doppio incarico e, adesso, si ritrova senza una poltrona su cui sedere. Per lui solo 7.796 preferenze , a fronte delle 18.469 ottenute nelle elezioni regionali del 2008, con una perdita di circa 11 mila preferenze. Buzzanca è stato scavalcato nell’ordine da Santi Formica, che ha avuto 9.850 voti, scendendo ben al di sotto dei oltre 20 mila voti delle regionali del 2008, e da Nino Germanà, che “ci ha messo la faccia”, parafrasando lo slogan dei suoi manifesti, e ha ottenuto 8.502 preferenze, portandosi probabilmente dietro il consenso dei pdiellini insoddisfatti del sopravvento degli ex An all’interno del Popolo delle Libertà.

Vince ma con qualche “acciacco” il deputato dell’Udc, anche lui uscente, Giovanni Ardizzone , che ottiene 8.010 preferenze , ma perde più di quattro mila voti rispetto alle regionali del 2008, quando le preferenze raggiunsero per lui quota 12. 199. Secondo della lista è Saro Sidoti, con 6.329 preferenze . Un ottimo risultato personale ma inutile, perché il secondo seggio non è scattato per il partito di centro, surclassato dalla lista Crocetta Presidente, che porta all’Ars il consigliere comunale, eletto nelle fila del Pd poi passato all’Udc, Marcello Greco, che vola all’Ars con 3029 voti.

Greco è una delle poche facce nuove venute fuori dal collegio messinese. Insieme al suo, ci sono i volti nuovi e femminili della “grillina” Valentina Zafarana, che ha ottenuto 2.232preferenze, e del sindaco di Caprileone Bernadette Grasso, che con i suoi 4.645 voti ha superato l’atra donna della lista, l’ex assessore comunale Elvira Amata, e l'ex assessore provinciale Giuseppe Sciotto, classificatosi secondo.

Tutt’altro che nuova , anzi “riciclata”, la faccia di Carmelo Currenti, detto Pippo, che saltando tempestivamente dal Fli alla lista Musumeci è riuscito a farsi rieleggere con 3.467 preferenze, poco meno di quelle ottenute dal suo ex leader Carmelo Briguglio che ne ha totalizzate 3966 ma non ha ottenuto il seggio, perché il Fli è rimasto al di sotto del 5%.

Ce l’ha fatta invece Beppe Picciolo dell’Mpa, grazie agli 8.389 voti ottenuti. Al secondo posto della lista c’è Fortunato Romano, con 2.974 preferenze ed al terzo Antonio D'Aquino che non va oltre le 2.868 preferenze.

Restano fuori dai giochi, Italia dei Valori; Pid Cantiere Popolare che in Sicilia, che supera la soglia di sbarramento ma a Messina non ottiene seggi; i partiti della Sinistra; e Rivoluzione Siciliana, con Cateno De luca che conquista però ben 4.984 voti. (Danila La Torre)