Un’inedita maggioranza all’Ars vara la modifica alla legge elettorale introducendo la doppia preferenza di genere e scoppia la polemica tra Crocetta e i 5stelle. Da un lato Cancelleri tuona: “è una porcata”, dall’altro il governatore risponde: “è un atto di civiltà”. La norma in realtà rappresenta uno strumento di partecipazione femminile, ma il rischio che finisca con una pessima applicazione è molto alto. A far saltare sulla sedia i grillini è stato l’entusiasmo con cui una strana maggioranza, Pd-Udc-crocettiani-Drs-Pdl-lista Musumeci ha approvato l’introduzione della doppia preferenza di genere, con l’opposizione solitaria del M5S e dei lombardiani. E’ la prima modifica alla legge elettorale, fortemente voluta dal governatore e dai suoi alleati e il battesimo dell’urna sarà alle amministrative di giugno. Gli elettori potranno esprimere due preferenze, una per un candidato uomo ed una seconda per una donna, entrambi i voti saranno validi. Se però l’elettore dovesse esprimere due preferenze per due candidati dello stesso sesso la seconda sarà annullata. Secondo i 5stelle la norma è un viatico che apre la strada al voto di scambio colorato di rosa o comunque spiana la strada al più vecchio dei metodi di controllo del voto. Un po’ come accadeva ai tempi delle preferenze multiple, quando attraverso le “triplette” o le “cinquine” era facilissimo controllare il voto. Il fatto che, in caso di due preferenze per lo stesso sesso non si annulli la scheda ma solo la seconda preferenza è un modo per riaprire le forme di controllo e “segnare il voto”. La seconda preferenza dello stesso sesso equivarrebbe a “firmare il voto” ed è evidente persino al più ingenuo dei legislatori. Per non parlare poi delle conseguenze nefaste dell’applicazione distorta della doppia preferenza di genere che consentirebbe ai signori delle tessere di far eleggere, con lo stesso bacino elettorale, il doppio dei propri soldati.
“Questa norma è, frutto dell’inciucio Pd-Pdl- ha dichiarato il capogruppo dei grillini all’Ars Giancarlo Cancelleri – E’uno strumento creato per spianare la strada al voto di scambio e riportare la Sicilia indietro negli anni. Non è una legge che consente più partecipazione alle donne, altrimenti sarebbe bastato votare il nostro emendamento che prevedeva il 50% di donne in lista. Questo voto ha fatto venire a galla il vero volto di un’Ars disposta a tutto per approvare norme discutibili”.
I grillini non contestano la modifica ma i pericoli che si celano dietro la doppia preferenza di genere. I più grandicelli ricordano sicuramente come funzionavano, soprattutto nell’isola, le preferenze multiple. Quanto poi alle distorsioni che possono derivare da una pessima applicazione della norma basterebbe pensare a quanto accaduto a Messina in occasione delle primarie Pd di dicembre per il Parlamento, che prevedevano appunto la doppia preferenza di genere. Il 30 dicembre le 19 mila preferenze di Francantonio Genovese, viaggiavano di pari passo con le 12 mila preferenze di Maria Tindara Gullo, che senza aver fatto un giorno di politica attiva è oggi onorevole. Le regole sono buona cosa, il problema è il loro utilizzo. Il problema è cosa faranno adesso i partiti con questa grande opportunità. Tra un Consiglio comunale con poche Nilde Iotti, Emma Bonino ed un Consiglio con 20 Nicole Minetti io preferisco il primo.
Sull’argomento interviene il consigliere provinciale Roberto Cerreti:“ La reale parità tra i sessi si ottiene non creando artefici amministrativi per rendere le donne sempre più specie rara da utilizzare, ma al contrario incentivandone la partecipazione alla vita delle Istituzioni a tutti i livelli. Questa legge realizza esclusivamente le condizioni per fare in modo che le potenti e vecchie segreterie politiche possano controllare il voto e garantire longevità al proprio sistema politico-clientelare. Di fatto, oltre al controllo delle preferenze realizzabile attraverso il voto incrociato con tante donne che probabilmente verranno costrette a candidarsi da improvvisati padrini politici, l’anomala norma consentirà senza rischiare l’annullamento del voto, di esprimere una preferenza ed annullare la seconda addirittura apponendo la propria firma. Chi ad oggi aveva aspramente criticato i Governi Cuffaro e Lombardo, dovrà tacere al cospetto di questa vera rivoluzione siciliana, la rivoluzione del buon gusto e del senso civico”.
Il primo banco di prova per capire se stiamo tornando indietro di 20 anni o stiamo anticipando il futuro saranno le amministrative. Vedremo se ha ragione Crocetta quando dice che “è un atto di civiltà” o Cancelleri quando replica: “E’ un inciucio”. O Cerreti quando scrive: “la vecchia politica e gli ascari ringraziano Crocetta e l’Ars”.
Rosaria Brancato