Crocerismo a Messina, oltre i numeri non c’è di più

C’è una grande incompiuta che pesa come un macigno sul lungo ed articolato percorso amministrativo sullo Stretto di Peppino Buzzanca, incompiuta che rischia di oscurare un incontestabile merito dell’avventura di governo del medico barcellonese.
400.000 croceristi lo scorso anno sono sbarcati a Messina , saranno 500.000 in totale al termine di questo 2011. 215 navi da mille ed una notte hanno attraccato nel 2010 in porto, saranno 225 alla fine di questa annata. Numeri impressionanti (forse non adeguatamente percepiti dal poco attento messinese medio), che portano un nome ed un cognome, quelli, appunto, dell’attuale sindaco. Fu lui, giovane presidente della provincia, ad inventarsi quindici anni fa il turismo crocieristico formato Messina, lanciando e attuando un’idea di successo che è decollata negli anni. Numericamente. Già numericamente. Soltanto numericamente. Perché a voler tracciare un bilancio che vada oltre il mero dato statistico , che pure gratifica, è evidente che in oltre tre lustri non si è riusciti a passare al secondo step, alla fase due , determinante per una città che stenta a trovare soluzioni per risollevare la propria asfittica economia: rendere questo copioso flusso di persone provenienti da ogni parte del mondo occasione di sviluppo reale per il nostro territorio.
Chance costantemente sprecata, opportunità mancata che frena le ambizioni di città turistica di Messina, e , come dicevamo, incide negativamente sull’avventura di governo di Giuseppe Buzzanca, il quale, proprio in quanto ispiratore e primo attore di quella fantastica ascesa di cifre e numeri di sbarchi a cui si faceva riferimento, porta con se anche la pesante responsabilità di non essere fin qui riuscito a metterla a reddito. Ed il dovere di provare a farlo negli ultimi due anni del suo mandato di sindaco e ….. di assessore al turismo , delega ritenuta così importante dal primo cittadino… da avocarla a se.
Il fardello di responsabilità è oneroso, perché questa volta non ci sono di mezzo le consuete difficoltà finanziarie del comune , l’esigenza di tagli . Il “vorrei ma non posso” in questo caso non attacca. Perché per valorizzare l’imponente flusso di crocieristi non occorrono tanti soldi, bensì progetti, semplici e lineari, poche idee ma chiare e perseveranza nell’attuarle.
Incanalare i turisti, amabilmente “costringerli” a rimanere nella nostra città ed a generare economia non è impresa complicata, ma presuppone un piano preciso che parte a monte, ancor prima dell’inizio della crociera. Un piano che deve ineludibilmente fondarsi sul varo di una seria campagna di comunicazione internazionale che – attenzione – non necessariamente richiede imponenti finanziamenti, ma semplicemente concretezza ed un pizzico di lungimiranza. Per intenderci, – ed è solo un esempio – bastano poche migliaia di euro per varare un sito internet istituzionale plurilingue dedicato alla storia, alle tradizioni, al patrimonio paesaggistico ed architettonico di Messina, agli itinerari ed i servizi per il turista , che – incredibile ma vero – in una città che è visitata ogni anno da almeno mezzo milione di persone e che , a questo punto presuntuosamente, si arroga l’appellativo di città turistica , non esiste! Poche migliaia di euro, da ammortare agevolmente con il sostegno di privati (orafi, artigiani , pasticcieri …) che raccontando la propria arte sul medesimo portale promuovono la singola attività ma anche la Città, il suo dna. Si perché anche una semplice granita al gelso, può essere occasione e strumento di conoscenza della storia di una collettività e veicolo di valorizzazione della medesima: fino all’ottocento i gelseti che riempivano le colline messinesi erano preziosissima materia prima della fiorente produzione di seta , di cui l’attuale sede del Museo Regionale, l’ex Filanda Barbera- Mellinghoff è preziosa testimonianza. E’ così difficile valorizzare questo legame tra storia e gastronomia, tra storia ed economia?
Proprio il museo , preziosa teca che gelosamente custodisce secoli di fulgore artistico peloritano (Antonello, Polidoro, Caravaggio) resta la più clamorosa potenzialità inespressa del nostro territorio. La sua parziale perifericità lo penalizza fortemente , perché , colpevolmente, nessuno ad oggi si è battuto per garantire l’afflusso di croceristi in un sito che si trova ad appena 4 chilometri dal porto. E così padiglioni vuoti, e , come ovvio che sia, totale assenza di strutture connesse di tipo recettivo (bar , ristoranti), che non hanno , al momento, alcuna ragione di esistere . Unico caso al mondo.
E pensare che il capolinea del tram è a pochi passi. Una semplice cartellonista efficace a ridosso dell’ammaccata pensilina della fermata antistante il molo potrebbe rappresentare una prima soluzione. Troppo facile per una città che pensa sempre in grande…
E che dire dei trenta chilometri di spiagge, quasi totalmente ignorate dai crocieristi ? E’ così complicato , data la conclamata inaffidabilità dell’Atm, stipulare una convenzione con una società privata in grado di assicurare un servizio di navetta tra il porto ed il litorale e metterne a conoscenza i vacanzieri già a bordo ? Un tagliando di viaggio da 5 euro per garantirsi un tuffo nelle mitiche acque di Scilla e Cariddi davanti ad un panorama mozzafiato non sarebbe equo? Non sarebbero pronti a mobilitarsi per un progetto del genere i giovani e volenterosi gestori dei lidi, che da tempo combattono per destagionalizzare la loro attività in una città, che, per condizioni climatiche, già da metà primavera , è in grado di regalare splendide ore di mare?
Obiettivo principale di una vera città turistica è quello di sedurre il vacanziere , legarlo a doppio filo a se e indurlo a tornare. Con una promozione semplice che parte dalla capacità di raccoglierne i dati attraverso la compilazione di questionari al momento dello sbarco o in occasione della visita dei principali siti . Veicolare piccoli e grandi eventi , mostre ed iniziative culturali, sagre e feste attraverso mailing list e sms è strumento semplice, efficace e soprattutto poco costoso. Altrove è da tempo realtà che produce i suoi frutti , da noi una chimera.
Solo qualche sassolino lanciato nello stagno, qualche bozza di progetto ed idea che serve soltanto a dimostrare che crescere, almeno in questo settore , non sarebbe complicatissimo, anche per un Comune con le tasche vuote. Basta emulare chi già ce l’ha fatta, cooptando idee, progetti, voglia di fare per non dissipare un patrimonio di presenze eccezionali, fuori dal comune.
Occorre energia e tempo, che probabilmente il sindaco Buzzanca, costretto a fronteggiare emergenze quotidiane e grandi problematiche (dagli svincoli all’ecopass, dalla decine di vertenze occupazionali alla piaga rifiuti) non ha. E se , per gli ultimi 24 mesi di lavoro, il primo cittadino, decidesse di cedere la delega al Turismo, conferendola a chi, anima e corpo, 24 ore su 24, magari con un buon bagaglio di esperienze nel settore, possa dar vita alla fase due del suo progetto nato 15 anni fa? Pura utopia?

(PIETRO DI PAOLA)