100 milioni di euro da spalmare in trent’anni: il via libera del Consiglio comunale arriva dopo la mezzanotte

La seduta straordinaria del Consiglio comunale si è conclusa poco dopo la mezzanotte con l'approvazione delladelibera che prevede la copertura in 30 anni del disavanzo emerso dal riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi. Intorno alle 22.30, al momento di votare l’emendamento proposto dal consigliere Santalco il numero legale era venuto a mancare e la seduta era stata rinviata un’ora. Alla ripresa dei lavori i consiglieri in aula erano 21, cioè la maggiornza più uno, e si è proceduto prima alla dichiarazione di voto e poi alla votazione finale.

Hanno detto sì alla delibera n.317 proposta dalla giunta Accorinti i consiglieri Abbate, Amata, Cantali, Consolo, Crisafi, Cucinotta, Fenech, Parisi, Perrone, Risitano, Rizzo, Santalco Sindoni, Trischitta. Si sono astenuti i consiglieri Barrile, Cardile, Faranda, Interdonato, Russo e Zuccarello. Unico voto contrario quello della consigliera Lo Presti.

IL DIBATTITO

Il dibattito in aula, è iniziato con l’intervento dell’assessore Luca Eller, che ha dovuto fronteggiare le consuete lamentele dei consiglieri, ancora una volta alle prese con l’ennesima delibera arrivata in Aula in corner, e ha provato a giustificarsi così: «Voi mi potreste dire, perché arrivate sempre all’ultimo? Sì, succederà ancora fino all’estate e questo spiace. La spalmatura trentennale avevamo pensato d’inserirla nel previsionale 2015 ma il dilatarsi dei tempi del previsione 2015-2017 rischiava di fare scattare troppo ritardi. Il riaccertamento straordinario è stato lungo e farraginoso, ma alla fine quello ordinario nel consuntivo 2014 è stato fatto, quello straordinario è stato fatto ed è stato esitato dalla giunta con il parere dei revisori dei conti. Stiamo lavorando al riaccertamento ordinario sul consuntivo 2015. Ho cercato di calcolare quanto pagherà ogni cittadino l’anno per questa storia ed ho calcolato 13 euro l’anno. A Roma sono 11 euro, in altri comuni si va dagli 8 ai 10».

La temperatura in aula consiliare si è fatta rovente in seguito alle dichiarazioni della consigliera Nina Lo Presti, che già nel pomeriggio aveva anticipato a Tempostretto le sue perplessità (vedi qui). L’ex accorintiana ha ribadito davanti ai colleghi tutti i suoi dubbi : «Oggi è stata convocata la seduta straordinaria del consiglio, e poco prima la commissione, quando i 45 giorni previsti per votare la delibera scadono il 15 quindi qualche giorno in più l’avremmo avuto per discutere di un ripiano di 96 milioni di euro in 30 anni, che graveranno sui nostri figli. Perché questa fretta? Oggi dovremmo votare un ripiano per i prossimi 30 anni senza aver valutato la delibera “madre” cioè quella di riaccertamento dei residui attivi e passivi. Come facciamo a votare la delibera figlia senza aver preso atto di quella dalla quale deriva? Il presidente della commissione bilancio Abbate peraltro ha deciso di chiedere alla giunta il ritiro della delibera di presa d’atto facendolo a nome di noi consiglieri senza consultarci”.

La Lo Presti ha raccontato anche in Aula di aver richiesto le determine dirigenziali in riferimento all’accertamento dei residui spiegando che dagli Uffici le è stato confermato che non sono state pubblicate all’Albo pretorio, come prevede la legge. «Io – ha aggiunto – oggi dovrei votare una delibera figlia la cui delibera madre mi è sconosciuta poiché non ho potuto vedere gli atti di riferimento e cioè quelli sui residui attivi e passivi. Sono documenti fondamentali. Per i nemici la legge si applica e si fa rispettare, per gli amici si interpreta».

A replicare alla Lo Presti è stato il presidente della commissione Carlo Abbate: “ A noi è pervenuta una delibera di presa d’atto del riaccertamento dei residui, esitata dalla giunta. Ho quindi fatto notare che la legge 118 all’art.3 rubrica questo provvedimento, individuandolo come atto unico della giunta, previo parere dei revisori dei conti. Quindi si tratta di una mera comunicazione ed il direttore generale ha condiviso questa interpretazione. Il consigliere comunale ex Dr oggi Gruppo Misto non ha fatto mancare la solita citazione: «Schopenauer diceva che la politica è la ricerca della felicità, se c’è animosità non la raggiungeremo mai….».

Il ruolo del pompiere è toccato al capogruppo di Felice per Messina Giuseppe Santalco, che da una parte ha voluto sottolineare i benefici offerti agli enti locali dalla normativa vigente in tema di rateizzazione delle passività dall’altra anche affidare un compito all’amministrazione : “Ho fatto una ricerca ed ho notato che negli altri Comuni la presa d’atto è un provvedimento unico che viene solo comunicata ai capigruppo. La possibilità di spalmare in 30 anni è una ciambella di salvataggio che il governo uol dare ai Comuni. : Quel che però l’amministrazione deve fare adesso è attivare tutte quelle azioni volte a recuperare i crediti ed è in questa direzione che ho presentato un emendamento”.

La capogruppo Ncd Daniela Faranda si è invece soffermata sui crediti non più esigibili, chiedendo maggiore chiarezza sulla quantificazione ed individuazione di questi.

Non sono mancate le scintille con gli interventi successivi e che hanno visto battibeccarsi il capogruppo di Forza Italia Giuseppe Trischitta che ha punzecchiato il Pd "siete al governo con Renzi eppure andate contro quei provvedimenti che Renzi vuole per salvare i comuni dal dissesto. Qui o votiamo questa delibera oppure dal 15 il consiglio non esiste più, ce ne possiamo andare a casa tutti" e la capogruppo Pd Antonella Russo: "Noi parliamo di fatti ed in ogni caso quest'Aula sta diventando un consiglio di balilla e di omofobi". Puntuale la replica dell'assessore che ha spiegato alcuni dettagli tecnici relativi ai crediti da recuperare ed alle somme da spalmare.

Nel frattempo però Trischitta e gran parte di quanti erano a favore della delibera, nonchè gli stessi firmatari dell'emendamento Santalco se ne erano già andati via, così al momento del voto è venuto a mancare il numero legale.

Rinviata di un'ora, la seduta – come detto – è ripresa regolarmente con 21 consiglieri presenti.

L’Aula è così riuscita a chiudere il capitolo della rateizzazione del disavanzo da quasi 100 milioni di euro prima della scadenza del 15 maggio.

Rosaria Brancato – Danila La Torre