Due nuovi dirigenti per il Comune, le polemiche non si placano. Capitale Messina: «concorso pilotato»

Sul caso della selezione dei 2 nuovi dirigenti di Palazzo Zanca,nell'ambito della quale sono stati scelti Claudia Manciola e Domenico Zaccone, le polemiche non si fermano. Le modalità procedurali seguite dal Comune di Messina finiscono nel mirino dei consiglieri comunale Peppuccio Santalco e Antonella Russo.

I verbali pubblicati sul sito del Comune, di cui Tempostretto si è ampiamente occupato in questi giorni, hanno fatto sorgere alcuni sospetti nei due esponenti del Civico Consesso, che vogliono andare a fondo alla vicenda e capire se la procedura con cui si è arrivati alla scelta finale di Claudia Manciola quale dirigente all’Ufficio di Gabinetto e Domenico Zaccone quale dirigente del Dipartimento Servizi sociali sia del tutto regolare o ci siano profili di illegittimità.

Santalco in particolare mette in rilevo una serie di anomalie, che gli hanno fatto sorgere numerosi dubbi circa l’effettivo rispetto del principio di trasparenza. «Innanzitutto- ha detto in una conferenza stampa improvvisata prima dell’inizio della commissione bilancio – ci sono zero motivazioni sui curricula esclusi; è stata poi fissata come paletto per l’ammissione alla selezione una esperienza decennale, sebbene la legge preveda che bastino 5 anni, impedendo la possibilità a tanti funzionari del Comune di partecipare ; dai verbali emerge inoltre che sono stati tenuti in considerazione per la valutazione requisiti che non erano esplicitamente previsti nel bando» . Il consigliere neo forzista punta infine il dito contro l’ingerenza di Accorinti nella procedura selettiva: «il sindaco, che è organo politico, è entrato a gamba tesa tenendo con i candidati il colloquio finale». Alla luce delle tante anomalie riscontrate, Santalco ha già annunciato che si rivolgerà sia al Ministero dell’Interno che all’Assessorato Regionale agli Enti Locali chiedere l’invio degli ispettori a Palazzo Zanca.

Si è invece rivolta all’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) la consigliera Russo, la quale torna a mettere in dubbio la legittimità degli atti. Alle perplessità già sollevate mentre era in corso la selezione (vedi qui), nella nuova nota indirizzata al sindaco Renato Accorinti, al segretario direttore/generale Le Donne e per conoscenza all’Assessorato agli Enti Locali e all’Anac, l’esponente del Pd- rincara la dose , chiedendo il ritiro in autotutela di tutti gli atti prodotti e denunciando in particolare: la mancata adozione di criteri di massima, anche per il tramite delle clausole generali di correttezza e buona fede ; la mancata individuazione di oggettivi criteri e motivazioni seguiti nella scelta dei dirigenti; l’irregolarità dei bandi laddove prevedono un colloquio finale dei candidati con il Sindaco; altri profili di illegittimità.

Sul caso che tiene banco in queste ore, interviene anche l’associazione politica “Capitale Messina”, secondo cui «la vicenda puzza lontano un miglio di concorso "pilotato"».

Danila La Torre