CMdB a muso duro contro il sindaco: “Che senso ha ribadire fiducia a Ciacci mentre si reintegra Cucè?”

In origine era stato il caso Conti Nibali. Fu quella la prima occasione di contestazione vera, forte, a viso aperto, da parte di Cambiamo Messina dal Basso nei confronti del suo sindaco Renato Accorinti. Una scelta non condivisa con la base, nessuna partecipazione proprio da parte di quell’amministrazione che di questo valore ha fatto bandiera. Almeno a parole. E adesso, proprio nel giorno in cui Accorinti ha nominato Antonina Santisi alla guida dei servizi sociali, in attesa di capire gli umori del movimento su questa scelta, Cambiamo Messina dal Basso rompe il silenzio su un altro fronte: il reintegro di Natale Cucè a Messinambiente. Un intervento duro nei confronti del primo cittadino e di una giunta che in alcune questioni molto delicate continuano a ignorare il movimento che lo sostiene. Sul reintegro di Cucè Accorinti ha deciso senza discutere la questione con i “suoi”, ha lasciato il movimento fuori dal palazzo di vetro che evidentemente non riesce ad essere così trasparente neanche con i fedelissimi.

“Apprendiamo con stupore, soltanto dagli organi di stampa, del reintegro del direttore tecnico licenziato da Alessio Ciacci il 27 marzo scorso. 
Purtroppo, ancora una volta, dobbiamo prendere atto delle forti mancanze dell'Amministrazione sul piano della partecipazione a scelte di fondamentale importanza. E, se è pur vero che su alcuni fronti si sono instaurate dinamiche realmente partecipative, accolte con entusiasmo e coinvolgimento dal Movimento, singoli e gravi episodi come questo vanificano gli sforzi compiuti fino ad ora e denunciano le permanenti difficoltà dell'Amministrazione a condividere le proprie decisioni anche con il Movimento che l'ha finora sostenuta”.

Un provvedimento che gli accorintiani non riescono a comprendere poiché appare scollegato da quanto, sempre a parole, continua a ripetere il sindaco. «Esprimo il massimo dell'apprezzamento per il lavoro svolto da Alessio Ciacci e mi auguro di riaverlo presto con noi per nuovi e futuri incarichi» ha dichiarato nell’annunciare il reintegro del dirigente licenziato a marzo proprio dall’ex liquidatore di Messinambiente Ciacci. E giustamente in casa di CMdB ci si chiede che senso abbia ribadire fiducia nell’operato di un amministratore che è stato sconfessato nel suo agire appena un mese dopo che ha lasciato Messina.

“Non entriamo nel piano legale della vicenda, ma non possiamo rinunciare a qualche riflessione politica, che ci sembra mancare totalmente in questa decisione dell'Amministrazione. 
Non si confermano né si smentiscono, senza che rimanga alcuna ombra di dubbio, le pesanti accuse mosse da Ciacci a Cucè, ma contemporaneamente si conferma fiducia all'uno e si reintegra in toto l'altro, rinunciando così ad un'operazione verità, ineludibile per un'Amministrazione che tra le sue priorità ha sempre indicato la trasparenza. Che senso ha, a tal proposito, reiterare la volontà di proseguire la collaborazione con Ciacci se, pochissimo tempo dopo la conclusione del suo mandato a MessinAmbiente, viene reintegrato e risarcito un dirigente da lui licenziato "per giusta causa" e nei confronti del quale era venuto meno l'imprescindibile rapporto di fiducia? 
A seguito del conciliante accordo extragiudiziale che chiude la vicenda Cucè a totale favore di quest'ultimo, si riuscirà più a fare chiarezza individuando responsabilità inequivocabili ed eventuali colpe? 
Questo reintegro che cosa comporterà a livello della transizione aziendale da Messinambiente all'Amam? 
E soprattutto, perché il Comune si è assunto tramite questo accordo tutte le spese e le responsabilità inerenti al licenziamento?”.

Interrogativi che CMdB avrebbe preferito rivolgere all’amministrazione non attraverso un comunicato stampa “postumo”, ma prima che nelle stanze dei bottoni si decidesse di intraprendere la strada opposta a quella che aveva tracciato Ciacci. Se dunque il sindaco ha sconfessato con i fatti uno dei provvedimenti più drastici messi in campo da Ciacci, considerando insufficienti le motivazioni che avevano spinto l’uomo ambiente di Capannori a licenziare l’unico dirigente della partecipata, Cambiamo Messina dal Basso si schiera con Ciacci e contesta l’illogicità di scelte come quella presa per chiudere il caso Cucè. Per il movimento si tratta di una questione politica poiché quel dietrofront sembra rinnegare il percorso che Ciacci ha fatto a Messinambiente nei 18 mesi in via Dogali.

“Senza entrare nel merito di argomentazioni prettamente giuridiche, riteniamo che l'amministrazione avrebbe dovuto esprimere con maggiore chiarezza la posizione politica che aveva costruito in base ai fatti acquisiti e al costante confronto con movimento e cittadinanza, evitando di alimentare indirettamente interpretazioni non certo univoche dei fatti in questione. Trasparenza e partecipazione è ciò che continuiamo a chiedere”.

Verità, chiarezza, condivisione di percorsi e strategie. Cambiamo Messina dal Basso alza la voce per ricordare agli amministratori di Palazzo Zanca che il percorso “dal basso” non può essere compiuto lasciando il movimento all’oscuro di tutto. Una nuova legnata soprattutto politica quella che arriva direttamente dalla base di questa esperienza amministrativa.

Francesca Stornante