Lo sport in carcere, a Messina il triangolare magistrati, detenuti e personale penitenziario

Lo sport in carcere, a Messina il triangolare magistrati, detenuti e personale penitenziario

Alessandra Serio

Lo sport in carcere, a Messina il triangolare magistrati, detenuti e personale penitenziario

martedì 19 Marzo 2024 - 07:02

Il progetto per portare lo sport dentro le mura della casa circondariale messinese

MESSINA – Dove tutto manca, quattro calci ad un pallone e la possibilità di mostrare il proprio valore sul campo sono molto più di una partitella. E dove i muri sono alti e le sbarre occludono lo sguardo, praticare regolarmente sport è molto più che allenarsi o competere.

Il convegno e la partita

L’importanza dello sport in carcere, come veicolo di inclusione e di reinserimento sociale, è stato il centro del convegno “Il Mio Campo Libero”, organizzato dal CSI Messina Asd in collaborazione con il Comitato Territoriale del Centro Sportivo Italiano. Al tavolo del Polo Sportivo Educativo Giovanni XXIII di via Palermo si sono confrontati esperti, professionisti e appassionati per esplorare il potenziale trasformativo dello sport nelle comunità.

Dalla teoria alla pratica il passo è stato breve e dopo il convegno di venerdì 15 marzo si sono tutti ritrovati sul quadrato verde del carcere di Gazzi per un triangolare tra le squadre dei magistrati, il personale del CSI e i detenuti, che si sono assicurati la vittoria con tanti gol ben assestati.

Sport di tutti

L’ iniziativa si inserisce nell’ambito della campagna Sport di Tutti Inclusione finanziata dall’Agenzia Governativa Sport e Salute Spa che ha permesso nei mesi scorsi al CSI Messina ASD di promuovere percorsi sportivi gratuiti per le detenute ed i detenuti della casa circondariale messinese, condotti ed animati da istruttori sportivi esperti e qualificati.

Lo sport non è solo una competizione o un passatempo, ma una potente fonte di connessione umana, inclusione e crescita individuale. Con “Il Mio Campo Libero” si è voluto mettere in luce il ruolo cruciale dello sport nel promuovere l’inclusione sociale e nell’aiutare coloro che sono stati emarginati o esclusi a ritrovare fiducia e senso di appartenenza.

Lo sport come strumento di inclusione

convegno sport di tutti smedile giunta sciavicco gorgone macaione

Il focus durante il convegno è stato su l’accessibilità dello sport per tutti, la gestione dei programmi di reinserimento sociale attraverso l’attività fisica e lo sviluppo di strategie per superare le sfide legate alla diversità e all’integrazione, attraverso gli interventi della direttrice del carcere di Gazzi Angela Sciavicco, Luca Gorgone, magistrato della Procura della Repubblica di Barcellona, Gaetano Giunta della Fondazione di Comunità Messina e Giuseppe Macaione, responsabile del progetto.

La partita di calcio detenuti-magistrati-volontari

carcere messina gazzi triangolare detenuti, magistrati, volontari Csi

Sabato 16 marzo prima del fischio d’inizio è stato osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime innocenti di tutte le mafie. L’evento fa parte della campagna “I Cento Passi verso il 21 Marzo” di Libera Messina. Appassionante il triangolare, svolto sotto lo sguardo attento della direttrice Sciavicco e della presidente del Tribunale di Sorveglianza Francesca Arrigo.

Smedile: “Sport come ponte verso la comunità esterna”

Santi Smedile e il magistrato Luca Gorgone
Santi Smedile e il magistrato Luca Gorgone

“Lo sport ha il potere di unire le persone, superare le barriere culturali e sociali e creare un senso di comunità”, ha affermato Santi Smedile, presidente del CSI Messina. “È essenziale capitalizzare su questo potenziale per creare società più inclusive e solidali.” Attraverso lo sport, le detenute ed i detenuti hanno sperimentato il lavoro di squadra, il rispetto delle regole e la gestione delle emozioni. Imparando che ogni sconfitta può essere un’opportunità di crescita e che ogni vittoria va condivisa con gli altri. In questo modo, si costruiscono non solo atleti migliori, ma anche persone migliori. Lo sport può essere un ponte verso la comunità esterna, un modo per rompere l’isolamento e per costruire relazioni positive con la società.

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