"La Regione latita sul Margherita, come sull'ex Sanderson"

“La Regione latita sul Margherita, come sull’ex Sanderson”

Marco Olivieri

“La Regione latita sul Margherita, come sull’ex Sanderson”

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giovedì 28 Marzo 2024 - 07:15

Il sindaco Basile: "Messina ha dimostrato di trovare fondi, progettare e realizzare. Chi govverna la Sicilia ci dica che intenzioni ha"

MESSINA – Sindaco Federico Basile, in merito all’attesa infinita di una Cittadella della cultura nell’ex ospedale “Margherita”, c’è un problema politico con la Regione siciliana, spesso un porto delle nebbie?

“Un po’ un elefante in cristalleria… Io non ho un problema politico con la Regione. Pongo, però, un problema politico della Regione. La politica deve dare risposte. Sull’ex Margherita, che non è ospedale da tanti anni, la titolarità regionale, in tutto questo tempo, non ha portato ad alcuna realizzazione. Siamo tutti bravi a fare progetti ma non ci si può fermare lì”.

Manca il passaggio alla concretezza, insomma…

“Io non voglio fare la gara a chi è più bravo. Ma la famosa continuità che ho sempre rivendicato in campagna elettorale è quella che oggi stiamo vedendo nelle opere. Le opere che stiamo inaugurando sono legate a una progettazione frutto dell’amministrazione De Luca, che ha trovato finanziamenti. Noi le stiamo realizzando”.

La Regione no in relazione a Messina?

“La Regione siciliana manca sul Margherita e su tante altre aree. Penso all’ex Sanderson, tanto per dirne una, in cui l’onorevole De Luca intervenne con un emendamento a una legge di un paio di anni fa. Probabilmente la Regione non sente propri questi temi, che dunque rimangono annacquati”.

C’è anche la zona dell’ex Trocadero da riprendere…

“Sì, le zone sono tante e si registra, in generale, una mancanza di sintesi sulle titolarità (di fatto molte competenze sono spezzettate, n.d.r.). Prendiamo ad esempio la Zona falcata. Tra Demanio, Regione, Autorità di sistema portuale dello Stretto, Comune, si crea un’accozzaglia di situazioni che poi non fa partire le opere che dovrebbero essere avviate. Voglio fare però una precisazione”.

Prego…

“Il mio non è un attacco politico a un governo di destra o di sinistra. Si tratta di un ragionamento generale nei confronti di una Regione che in vent’anni non è riuscita, dopo la progettazione, a fare il passo successivo, nella realizzazione. Da questo punto di vista, la città di Messina ha dimostrato di sapere programmare, reperire fondi e realizzare le opere. Lo stiamo facendo sia per quelle grandi, sia per quelle piccole. Nessuno pensava che l’I-hub potesse partire. Era un foglio di carta ed è stato buttato giù. Abbiamo acquisito, e avremmo potuto farlo tempo fa ma prima c’era stato uno sgambetto politico, il plesso della Casa del portuale. Stiamo abbattendo, mi auguro entro pochi mesi, per poi costruire. Le cose si possono fare. La politica è fare“.

Da anni la nostra testata caldeggia una soluzione per l’ex “Margherita” con l’avvio della Cittadella della cultura. C’è chi, come Cittadinanza attiva, con un parere dell’avvocato Vincenzo Palumbo, sostiene che la struttura dovrebbe essere riservata solo all’attività sanitaria. Tuttavia, quest’impostazione ci sembra superata dalla legge regionale del 2015. E l’obiettivo dovrebbe essere quello di rivedere il progetto della Cittadella della cultura, rendendolo adeguato ai tempi. Si potrebbe, ad esempio, recuperare l’idea di De Luca della Casa della musica?

“Sì, le idee sono tante. Il plesso si presta anche per la sua collocazione: la linea tranviaria passa di fronte e c’è accanto il museo regionale. Può diventare davvero un polo d’eccellenza. Il problema non è che cosa si voglia fare ma quando lo si potrà fare. Qua bisogna capire se la Regione ha intenzione o no. Se sono trascorsi vent’anni, e non si è fatto, non credo che sia una questione di risorse”.

Secondo lei manca la volontà politica. Inoltre, lei parlava prima di I-hub. La consigliera Antonella Russo ha ipotizzato che il polo tecnologico potrebbe sorgere in un’altra zona…

“La progettazione è stata fatta lì per un motivo specifico, nell’ambito della Zona economica speciale. Io credo che sia un ottimo posto. L’intenzione è quella di non creare un casermone ma una struttura fruibile a tutti, in centro città. Vogliamo ridare vita a un’area che sarà rivitalizzata dalla riqualificazione di piazza Stazione e della villetta Quasimodo. E con l’ex Banca d’Italia destinata a diventare una struttura importante per gli studenti universitari. In più c’è il parcheggio del Cavallotti. Si tratta di una zona che diventerà davvero significativa per Messina”.

A proposito, invece, dei rapporti con la Regione, lei ha criticato Maurizio Croce, oggi al centro di una vicenda giudiziaria. In particolare, ha parlato dei tanti solleciti per il torrente Bisconte. Si tratta di un altro capitolo dei confronti difficili con chi sta a Palermo?

“Non era una critica ma un dato di fatto. Quando si realizzano opere così importanti, bisogna essere tutti vigili. Prima ancora della mia sindacatura, abbiamo sollevato alcuni problemi, poi emersi quand’ero sindaco. Mi riferisco ai vari allagamenti in via Santa Marta. Si tratta di un’opera da 30 milioni di euro che andava fatta in un certo modo. E così è stato, grazie anche ai nostri solleciti”.

E il famoso tubo? C’è una richiesta di autorizzazione da parte di Tim per procedere alla sua eliminazione, togliendo un ostacolo al passaggio pedonale…

“Si tratta di un problema amministrativo. Anche lì una maggiore attenzione serve a garantire un miglior servizio”.

La Cgil sollecita un dialogo con lei sulla crisi economica. Non è attento al confronto con il sindacato?

“Massima apertura e disponibilità. Io dialogo con tutti”.

In merito alla crisi, lei vede dei segnali di vitalità incoraggianti da parte delle imprese e del commercio. In un territorio, però, così affamato sul piano sociale, si propongono tirocini per chi viene da situazioni di svantaggio. Una soluzione transitoria. Non crede che la vera sfida sarebbe creare posti di lavoro? Penso ad esempio a cooperative per ex detenuti, etc…

“Una terra affamata sul piano sociale e noi stiamo cercando di porre rimedio con tutti gli strumenti possibili e immaginabili. Siamo vigili su tutte le azioni che possiamo mettere in campo. A questa domanda mi riservo di rispondere più in là perché abbiamo delle idee da sviluppare”.

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