Truffe superbonus a Messina, i Barbera non parlano

Truffe superbonus a Messina, i Barbera non parlano

Alessandra Serio

Truffe superbonus a Messina, i Barbera non parlano

giovedì 28 Marzo 2024 - 18:40

Silenzio agli interrogatori di garanzia da parte dei protagonisti dell'inchiesta sfociata nel sequestro di 37 milioni di euro.

MESSINA – Sono durati poco gli interrogatori di garanzia delle sei persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Messina nell’inchiesta su una serie di presunte truffe attraverso le agevolazioni per i bonus edilizi. Comparsi davanti alla giudice per le indagini preliminari Ornella Pastore, il medico Antonino Barbera, il figlio Nicola (anche lui sanitario), la sorella Domenica, la moglie Felicia De Salvo e la nuora Silvia Lo Giudice si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Silenzio agli interrogatori

I loro difensori, gli avvocati Carlo Merlo, Carlo Autru Ryolo, Rosa Guglielmo e Paola Barbaro, valuteranno adesso l’eventuale ricorso al Tribunale del Riesame. Per il dottor Barbera, specializzato in medicina estetica, si prospetta quindi una Pasqua in cella, mentre restano ai domiciliari i suoi familiari. L’avvocato Merlo ha chiesto di sostituire il carcere con una misura meno afflittiva per Antonino Barbera e il GIP si è riservato la decisione sull’istanza. E’ fissato domani invece l’interrogatorio di Roberto Pisa, il commercialista coinvolto nell’indagine, difeso dall’avvocato Francesco Scacchi del Foro di Roma.

Le indagini sui crediti monetizzati

Gli accertamenti dei finanzieri, coordinati dal colonnello Alessandra Rotondo, al comando del Gruppo di Messina, intanto vanno avanti. La Procura di Messina ha infatti disposto il sequestro preventivo per equivalente fino a 37 milioni di euro di beni e proprietà varie degli arrestati. I sigilli scatteranno anche sui crediti incamerati nei cassetti fiscali degli ignari pazienti del medico, convinti di poter così effettuare con gli sgravi del 110% i lavori di ristrutturazione dei propri immobili, che non sono ancora stati monetizzati, così come quelli già commercializzati e trasferiti sulle società dei familiari del medico, non ancora “incassati”. Dai primi accertamenti pare che il dottor Barbera fosse riuscito a monetizzare già almeno un milione di euro. Anche per questo adesso gli investigatori passeranno al vaglio eventuali conti esteri dell’uomo.

La segnalazione dell’Agenzia delle Entrate e le intercettazioni

A capo delle indagini ci sono il sostituto procuratore Giuseppe Adornato e la procuratrice capo vicaria Rosa Raffa, coordinati dal procuratore capo di Messina Antonio d’Amato. Sono stati loro a raccogliere la denuncia di un amico del medico che, su segnalazione dell’Agenzia delle Entrate che effettuava verifiche sull’effettività dei lavori svolti per ottenere i crediti previsti dal superbonus 110%, ha scoperto di avere nel proprio cassetto fiscale crediti per oltre un milione di euro. A sua insaputa, ha spiegato ai Finanzieri, e senza mai aver avviato i relativi lavori. Da qui le verifiche sul ruolo del medico, che aveva effettuato la stessa attività sui cassetti fiscali di almeno altre 40 persone.

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