Ponte sullo Stretto, il Pd chiede un referendum per Messina: "La comunità deve essere ascoltata"

Ponte sullo Stretto, il Pd chiede un referendum per Messina: “La comunità deve essere ascoltata”

Giuseppe Fontana

Ponte sullo Stretto, il Pd chiede un referendum per Messina: “La comunità deve essere ascoltata”

mercoledì 24 Aprile 2024 - 11:57

Felice Calabrò, Alessandro e Antonella Russo, hanno presentato una delibera di indirizzo: "Le leggi lo dicono, il dibattito pubblico va attivato. Si esprima la città"

MESSINA – Un referendum da sottoporre alla popolazione con cui la comunità deve essere chiamata a esprimersi sul Ponte, che sia in maniera favorevole o contraria. Questo è quanto hanno chiesto i consiglieri comunale del PD con una delibera di indirizzo già presentata la scorsa settimana ed esposta dai tre membri Dem durante una conferenza stampa.

Il primo a parlare è stato il capogruppo Felice Calabrò, che ha spiegato quali siano le domande alla base: “Abbiamo indetto questa conferenza stampa per evidenziare la proposta di delibera presentata nei giorni scorsi sul Ponte sullo Stretto. Indipendentemente dalla nostra posizione che è nota, abbiamo una preoccupazione che stiamo cercando di evidenziare in ogni sede, anche nella commissione ponte. Abbiamo chiesto: com’è possibile o pensabile che in un momento in cui nel Paese si ragiona su un’opera così importante il territorio non venga mai ascoltato o interrogato sul punto? In più occasioni ho detto che indipendentemente dal sì o dal no che il territorio dovrebbe essere interrogato con un referendum. La domanda dovremmo farla solo alla popolazione interessata, i soggetti che potrebbero avere benefici ma anche grandi disagi per anni. Ho difficoltà a immaginare che l’opera possa essere conclusa in 6 o 8 anni, in base all’esperienza della tante opere anche più piccole ancora non concluse. Perché oggi? Perché oggi la città ha realizzato, dopo la pubblicazione del piano particellare e dei territori che al netto degli strafalcioni saranno interessati, che il ponte non viene realizzato con la bacchetta magica e ha effetti su tutto il territorio. La collettività ha preso coscienza dell’impatto che può avere la realizzazione della struttura”.

Alessandro Russo ha continuato: “Questa delibera è di indirizzo, chiediamo all’Amministrazione di avviare le procedure per un referendum da sottoporre alla cittadinanza di Messina. Queste sono opere pubbliche di grandissimo impatto sulla collettività. Pensiamo alla Tav, dove la comunità si è mossa in maniera praticamente permanente, contro un’opera impattante e fuori scala, calata dall’alto (i cui lavori sono in corso, ndr). Il nostro Statuto comunale prevede agli articoli 9 e 10 la possibilità di indire referendum consultivi, cioè che non hanno vincoli sull’azione amministrativa, ma importanti per capire cosa pensa la città. Rispetto a questa accelerazione degli ultimi mesi la città deve esprimersi, dare le proprie idee, dire ‘lo vogliamo’ o ‘non lo vogliamo’. Nessuno ha mai espresso la volontà della nostra comunità, nemmeno in Consiglio. Messina deve potersi esprimere e così anche Villa San Giovanni, cioè i due comuni che risentirebbero di più di tutto questo. La comunità rischia di sentire l’opera come qualcosa di calato dall’alto o di avere l’idea di non potersi esprimere. Serve questo referendum prima che il Ponte arrivi alla progettazione esecutiva. Il tempo ci sarebbe”.

E infine Antonella Russo: “Chiedo, quante volte abbiamo detto che il ponte, che si faccia o meno, passa sopra le teste dei cittadini? Ma è giusto dire questo? Secondo noi no, non è così. Villa San Giovanni ha attivato forme di partecipazione popolare, pur avendo un impatto inferiore il ponte rispetto a Messina. Il sindaco è andato in conferenza dei Servizi a Roma ma abbiamo avuto solo un confronto il giorno prima. La mancanza di dibattito pubblico è stata più volte evidenziata, anche al ministero dell’Interno dal PD. Diciamo che il dibattito pubblico è necessario per molte ragioni”. Nella delibera viene evidenziata “la violazione dell’articolo 22 sull’indizione” di dibattiti con portatori di interesse e con la comunità. Russo ha proseguito: “Il Pd ha cercato di inserire con emendamenti il dibattito pubblico ma sono stati bocciati dal centrodestra. Ma i decreti prevedono l’obbligatorietà del dibattito per opere dal costo superiore ai 500 milioni, figurarsi questa che costa 14 miliardi. La domanda la rifaccio: è giusto che un’opera così impattante non abbia previsto un dibattito pubblico? Secondo noi no. Chiediamo al sindaco e al Consiglio comunale di esprimersi”.

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