Basile: "ll ponte nasce male perché è una cartolina politica"

Basile: “ll ponte nasce male perché è una cartolina politica”

Redazione

Basile: “ll ponte nasce male perché è una cartolina politica”

giovedì 25 Aprile 2024 - 21:11

Il sindaco, con Mondello e Puccio, prima dell'intervento di De Luca contro la grande opera: "Non è un progetto perché non considera la Messina attuale"

MESSINAS – Per Basile l’attuale progetto ponte è solo “una cartolina politica, con una fretta che non tiene conto delle necessità della città”. Il sindaco precede Cateno De Luca nella sua iniziativa contro il ponte sullo Stretto. Un 25 aprile nel segno della politica.

“LiberiAmo Messina dal Ponte di Matteo Verdini”: con questo slogan il leader di Sud chiama Nord e leader della lista “Libertà” per le Europee, Cateno De Luca, ha dato appuntamento oggi a Torre Faro nei pressi del Pilone.

Il sindaco Federico Basile, con il vicesindaco Mondello e il direttore generale Puccio, prima dell’intervento di De Luca, si scaglia contro la grande opera: “Non è un progetto perché non considera la Messina attuale. È la Messina del 2011 a essere descritta e non si tiene conto della città attuale”. Una tesi confermata dal vicesindaco Mondello e dal direttore generale di Città metropolitana e del Comune.

Ha dichiarato Basile: “Prima Messina dovrebbe diventare una città normale sul piano dell’ordinario. Quella città che dal sindaco De Luca in poi stiamo realizzando. Ma il progetto ponte ignora quello che noi abbiamo realizzato in questi anni”. Hanno insistito Mondello e Basile: “Noi vogliamo le opere complementari, altro che compensative fra dieci o quindici anni”.

Mondello: “Una cartografia del 2010 e la fretta di chiudere la partita”

“Non vogliamo mance”, ha rimarcato Mondello. E ha aggiunto: “Le opere devono essere a supporto delle infrastrutture, complementari, e non compensative. E bisognava, e lo abbiamo detto sempre all’amministratore delegato della Stretto di Messina, Ciucci, lavorare sulla pianificazione. L’accelerazione voluta per motivi che vi sono stati spiegati, e che non sono condivisibili, non consente di ragionare sulle opere complementari. Nessuno ci fa regali e non è pensabile che qualcuno possa ipotizzare di aggiungere una strada o una piazza, a discapito di un’opera che potrebbe essere utile, non funziona così. Se vedete l’elenco di quelle che vengono definite le opere compensative, ma che io non accetto, ci ritroviamo con un elenco di opere o che non sono più utili o che sono già oggetto di progetti esecutivi e ammessi a finanziamento con l’amministrazione comunale vigente. Lavori che abbiamo portato avanti dal 2018. Lo smaltimento delle acque bianche del lago di Ganzirri, un progetto esecutivo pronto per l’appalto, lo inseriscono (la società Stretto di Messina in base al progetto, n.d.r.) tra le opere compesative”.

“Un’opera calata dall’alto”

E ancora sempre il vicesindaco: “Qualcuno non conosce le carte. Il progetto è pieno di carte ridondanti, inutili, basandosi su una cartografia del 2010. Ma di che stiamo parlando? Il territorio è dinamico, cresce. Con tutti i soldi a disposizione, avevano difficoltà a fare un volo e fare una cartografia nuova? Penso di no. Nessuno aveva questa volontà. C’era l’interesse di avere la fretta di chiudere la partita. Un’opera così importante non può essere connessa a una tempistica così veloce e legata a un ragionamento meramente politica. Un’opera che, se messa in cantiere, va pensata e coordinata con chi il territorio lo vive. Non calata dall’alto, come è stato fatto”.

Puccio: “Il progetto definitivo andando fatto ora, prendendosi tutto il tempo necessario”

Da parte sua, il direttore generale della Città metropolitana e del Comune di Messina, Salvo Puccio, ha evidenziato: “Guardando la planimetria, non esiste un’opera. Ci sono decine di cantieri da nord a sud e lascio immaginare l’impatto nel territorio, con 12 milioni di metro cubo solo nel lato siciliano, qui dove si fanno opere senza dialogare con chi conosce quel territorio. La valutazione d’impatto ambientale è iniziata solo un mese fa e in 30 giorni si dovevano osservare le criticità. In 30 giorni è impossibile fare una valutazione ma, dato che è uguale a quello di dieci anni fa, si potevano riprendere i precedenti pareri. Chi conosceva le carte ha notato che la relazione del progettista non ha fatto altro che prendere le prescrizioni di allora”.

Continua Puccio: “E i problemi che ci sono? Si dice: ora non li possiamo risolvere, non c’è tempo, ce ne occuperemo dopo quando inizieranno veramente i lavori. Non sappiamo quando si completerà la valutazione d’impatto ambientale, ci sono 239 osservazioni, e i nostri pareri saranno probabilmente bypassati da una norma che sarà approvata. Poi saranno gli economisti a stabilire se è utile o non utile sul piano dell’analisi costi/benefici ma il vero costo lo sapremo solo a progetto esecutivo. Ma Messina deve sapere con cosa si dovrà confrontare per i prossimi dieci anni. E come si tratteranno traffico, rumore, polveri, falde, viabilità, torrenti, fiumi? Tutti aspetti da considerare da nord a sud. Non c’è un pregiudizio ideologico contro l’opera ma la necessità di sapere esattamente a cosa si andrà incontro per non tornare indietro di dieci anni o non rimanere bloccati come cità. Si è aspettato dieci anni. Si poteva attendere un progetto definitivo che contemperasse impatti e tutte le misure di viabilità. Gli studi dovevano essere approfonditi ora in un confronto tra società Stretto di Messina Comune, Città metropolitana di Messina e tutti gli altri soggetti interessati”.

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