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La mancata fiducia a De Luca e la geografia dell’aula: l’opposizione si compatta VIDEO

16 contrari e 6 favorevoli. Si è chiuso così il consiglio comunale sulla mozione di fiducia al sindaco De Luca. Nel penultimo giorno utile per ritirare le dimissioni, il segretario generale ha chiarito che il termine è alle 23.59 di domani, giovedì 4 febbraio, l’aula ha detto chiaramente che De Luca può andare verso le dimissioni. La conta sulla fiducia ha regalato al sindaco solo sei voti favorevoli, cioè quelli del gruppo misto e di Fratelli d’Italia.

Hanno votato a favore la mozione, il consigliere che l’ha portata in aula, Nello Pergolizzi, insieme a Francesco Cipolla, Serena Giannetto, Salvatore Serra, Alessandro De Leo, per il gruppo misto, e Libero Gioveni di Fratelli d’Italia. Sono loro i consiglieri che chiedono così a De Luca di non lasciare la carica di primo cittadino. Gioveni ha attaccato il sindaco a muso duro durante il suo intervento. Ma alla fine ha scelto di votare a favore.

Molto più fitta la schiera dei no. Una schiera che ha animato un dibattito in cui è stato stigmatizzato comportamenti, scelte e atteggiamenti del sindaco. Soprattutto di un sindaco che sceglie di dimettersi per una guerra che inizia con l’Asp di Messina e il suo direttore generale, continua con l’assessore Ruggero Razza e con il presidente Nello Musumeci ed è finita per riversarsi su un consiglio comunale “colpevole” di non essersi schierato al suo fianco. I consiglieri hanno parlato di un sindaco attore, teatrante, che ha usato la pandemia per tenere in ostaggio la città per meri obiettivi politici. Di un sindaco che da solo ha deciso di dimettersi e che adesso da solo deve decidere se lasciare la città ad un commissariamento in piena emergenza Covid.

Di sicuro questa volta De Luca è riuscito in un intento: unire un’opposizione che finora non si era mai compattata così di fronte ai suoi aut aut. Quelli che in questi due anni e mezzo erano sempre stati mediatori in aula, convinti che si potesse fare un buon percorso amministrativo, oggi si sono uniti ai no. Tra tutti sicuramente spiccano i due consiglieri di Sicilia Futura, Piero La Tona e Nino Interdonato. In questi giorni tra i più fermi oppositori al sindaco, bersagliati e attaccati da De Luca, ieri sono stati gli unici a bocciare il bilancio e oggi hanno replicato con la mozione. Ma anche Massimo Rizzo di LiberaMe ha abbandonato le sue posizioni più moderate, votando no alla mozione dell’ormai ex collega di gruppo Pergolizzi.

A votare no tutti i 5Stelle, Cristina Cannistrà, Andrea Argento, Giuseppe Fusco e Paolo Mangano, i Pd Gaetano Gennaro, Antonella Russo, Alessandro Russo e Felice Calabrò.

Il centrodestra, che ieri aveva contribuito al via libera al bilancio, oggi invece ha duramente attaccato il sindaco. In aula a votare c’erano Giandomenico La Fauci e Francesco Pagano di OraMessina, Salvatore Sorbello di OraSicilia, Giovanni Scavello, Giovanni Caruso, rimasto nella lista originaria Bramanti sindaco, Giovanni Scavello per la Lega. Ha scelto di votare, invece di avvalersi dell’astensione come sempre accade per il suo ruolo, anche il presidente del consiglio Claudio Cardile per esprimere il suo chiaro dissenso. 16 contrari, a cui si sarebbero aggiunti anche i no di Biagio Bonfiglio e Dino Bramanti, che durante la seduta hanno dovuto lasciare l’aula per motivi di lavoro.

La maggioranza in consiglio, insomma, si è espressa in modo chiaro e inequivocabile. Sul piano politico, perché quella di oggi è stata una seduta puramente politica, hanno detto chiaramente che così non si può continuare. Di fatto, hanno lanciato un messaggio chiaro a De Luca: l’aria è cambiata a Palazzo Zanca e adesso il sindaco deve uscire da solo dal tunnel in cui si è intrappolato.