Le storie

A Messina “non si butta niente”: arte e riciclo nel laboratorio creativo di Ylenia VIDEO

di Giuseppe Fontana, riprese e montaggio Silvia De Domenico

MESSINA – Tutta “colpa” del lockdown e del Covid. Se Ylenia De Luca, donna, mamma e artigiana, ha dato vita alla propria attività, sfidando la crisi economica e un territorio non particolarmente semplice come quello della VI Municipalità, lo deve in parte anche a quanto accaduto nel 2020. Lì, a casa con la famiglia come milioni di cittadini in tutta Italia, ha raccolto tutto il proprio talento e trovato il coraggio per tentare una strada non semplice: quella dell’imprenditoria. Ed è così che è nato il laboratorio creativo “Colibrì” di Ortoliuzzo, dove tanti “cose” che sarebbero state gettate via trovano nuova vita.

Ylenia: “Sono quasi un rigattiere”

“Durante il periodo del lockdown – racconta Ylenia – le difficoltà ci sono state per tutti, anche economiche. Bisognava reinventarsi. Poi è stato quasi un gioco, un caso, ritrovarsi in un ufficio in cui si parlava di agevolazioni e finanziamenti per l’imprenditoria femminile. Ho aderito quasi per gioco, dopo averne parlato con mia madre, mia sorella e la famiglia. Tutto è partito dal restyling dei mobili, un cambio d’abito che si può fare con qualsiasi oggetto”. Un’operazione che porta a non gettare nessun tipo di mobile ma a riciclarli, reinventandoli. E Ylenia scherza: “Nel mio paese sono diventata quasi il rigattiere della zona”.

Il tema del rispetto dell’ambiente

Ylenia continua: “L’idea è partita anche dal tema del rispetto dell’ambiente, visto che se ne parla tanto. Ogni oggetto si può rinnovare, invece di buttarlo. Si ridipinge, si modifica e rinasce, rendendolo adatto all’ambiente della nostra casa. Coraggio? Sì. Io sono mamma di 3 splendide ragazze, una di 17 anni e due gemelle di quasi 10. Ne ho approfittato perché sono quasi autonome, ma non nego che essere qui invece che stare a casa, come prima, a volte è combattere con i sensi di colpa. Ma loro mi supportano e mi sostengono”.

E il messaggio è anche alle figlie e alle nuove generazioni, a cui bisogna far riscoprire l’importanza della manualità e dell’artigianato: “Anche le mie figlie sono state e sono vittime della tecnologia. Ma sono delle mini-artiste, da sempre con mia madre e mia sorella abbiamo creato qualcosa e le abbiamo coinvolte. E poi il messaggio è che abbiamo troppo di tutto, non amo lo spreco. Le cose possono essere riscoperte”.