Intervista video, riprese e montaggio di Silvia De Domenico
MESSINA – Il piccolo film “Omayma” è pronto. La “prima” del cortometraggio sarà a Forlì, l’11 ottobre, a Sedicicorto International Fim Festival. Regia di Schifilliti e produzione “Arknoah”. La storia è quella di Omayma Benghaloum, mediatrice culturale tunisina, immigrata in Italia e mamma di quattro figlie minorenni, uccisa con un colpo di bastone dal marito Faouzi Dridi il 4 settembre 2015 a Messina. Aveva 34 anni. La regia è di Fabio Schifilliti, sceneggiatore con Paolo Pintacuda; la produzione è di “Arknoah”, con produttore esecutivo Francesco Torre.
Il corto è stato girato tra Ganzirri, il porto di Messina e la medina di Mazara del Vallo. Nel cast, Mariam Al Ferjani e Hossein Taheri, come protagonisti, e con M’Barka Ben Taleb, Giulia Migliardi e Sara Abbes. Scenografia di Mariella Bellantone e costumi di Deborah Correnti.
Scrive il produttore Francesco Torre sulla sua pagina Facebook: “Dopo tanti mesi di lavoro, il cortometraggio Omayma è finalmente pronto per incontrare il pubblico. La selezione a Forlì ci onora e gratifica per tutto l’impegno profuso. Ci tenevo, però, a condividere con orgoglio e tanta emozione questa prima immagine di presentazione con tutti coloro che hanno lavorato al film o dato un contributo materiale o spirituale. Con la speranza che il corto, e la storia di Omayma, raggiungano il più ampio pubblico possibile, in primis quello dei giovani e dei giovanissimi. In questo senso, mi attiverò personalmente per la proiezione di matinée con le scolaresche con approfondimento sulla violenza di genere”.
Afferma il regista Schifilliti: “Sono sempre stato attratto da storie che riguardano il turbinio dell’animo umano e quella di Omayma merita assolutamente di essere raccontata per la forza di una grande donna che ha fatto enormi sacrifici per migliorare la vita sua e delle sue figlie, nonostante le continue vessazioni psicologiche e fisiche da parte del marito che l’hanno poi portata alla morte. La sua vicenda non è solo un fatto gravissimo, ma la descrizione di un problema endemico della nostra società”.
Omayma Benghaloum lavorava come mediatrice culturale per la Questura di Messina, aiutando il personale durante i continui sbarchi di migranti. Nella casa di Sperone, dopo che la donna era tornata tardi per uno sbarco con 800 persone, l’uomo ha afferrato un bastone e ha percosso la moglie a morte. Poi, con una figlia per mano, si è presentato in Questura e si è consegnato.
Il cortometraggio è stato prodotto dall’Associazione Arknoah di Messina e realizzato nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei Cinema con il sostegno della Regione Siciliana, Ass. Turismo, Sport e Spettacolo, Dipartimento Turismo e della Sicilia Film Commission. Hanno sostenuto la produzione l’Università degli Studi di Messina, Società Editrice Sud – Gazzetta del Sud, Consiglio Nazionale del Notariato, Città Metropolitana di Messina, Lions Club Messina Tyrrhenum, Rotary Club Messina, Soroptimist International d’Italia – Club Messina e Salvatore Totaro, con la collaborazione di Life Solution.
Attori protagonisti:
Mariam Al Ferjani
Hossein Taheri
Giulia Migliardi
Cast tecnico:
Sceneggiatura: Paolo Pintacuda e Fabio Schifilliti
Fotografia: Leone Orfeo
Musiche: Luca Antonini
Montaggio: Andrea Maguolo e Sarah Borgi.
La protagonista è interpretata dalla nota attrice tunisina Mariam Al Ferjani. Il cast si compone di Hossein Taheri, attore teatrale, televisivo e cinematografico tunisino, che ha girato parecchi film e lavorato anche in Italia per Checco Zalone, nel ruolo di Faouzi; M’Barka Ben Taleb è Fatma; Sara Abbes è Rania e Giulia Migliardi nella parte della figlia Esra.