sanità

Il paziente dove lo metto, “al pronto soccorso senza medici e posti letto” VIDEO

di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Matteo Arrigo

MESSINA – “La carenza di posti letto da assegnare e la mancanza di personale medico sono le nostre due emergenze”. Clemente Giuffrida dirige Pronto soccorso, Obi (Osservazione breve intensiva) e Medicina d’urgenza all’Irccs Centro Neurolesi “Bonino-Pulejo” di Messina e non nasconde i problemi quotidiani. Spiega il primario: “In Italia si è deciso di definire circa il 3 per cento di posti letto per mille pazienti. In Europa la percentuale è del 5 per cento. Sono scelte dettate da un’intenzione di razionalizzare (tagliando le spese, n.d.r.) ma così si è creato il problema: non si sa dove collocare i pazienti, una volta arrivati al pronto soccorso”.

Pronto soccorso “Piemonte”

Mette in risalto Giuffrida, intervistato nei locali storici del “Piemonte”: “Mancano in Italia cinquemila medici di pronto soccorso e pochi posti vengono indirizzati alla medicina d’urgenza. Da qui la difficoltà a gestire le situazioni d’emergenza. Turni che si sovrappongono e pochi riposi: ecco la vita dei medici di pronto soccorso. ll tutto senza una gratificazione economica che compensi i sacrifici che facciamo. In più, mancando personale medico, chi lavora deve sostituire gli assenti e allora assisitiamo a un ciclo continuo, senza pause. A Messina? Nell’ultimo concorso, per medicina d’urgenza, si è presentato un solo medico. In questo momento, mi mancano sei medici al pronto soccorso dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico”.

A rendere scomodo il ruolo dei medici di pronto soccorso è il rapporto con pazienti e familiari in occasione delle urgenze. Precisa Giuffrida: “Si tratta di un ruolo votato al conflitto. Dover fronteggiare situazioni critiche comporta un forte stress nella gestione dei parenti dei pazienti. E i pronti soccorsi si sono trasformati in luoghi di diagnosi e cura (con tutta la provvisorietà di una soluzione che dovrebbe essere momentanea, con i pazienti in barella, nd.r.), dato che non ci sono posti letti sufficienti”.