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Messina. Unime: nuovi corsi in inglese e progetti per non far andar via gli studenti VIDEO

di Silvia De Domenico e Giuseppe Fontana

MESSINA – L’Università degli studi di Messina continua il percorso di automiglioramento per tentare di garantire ai giovani messinesi (e non solo) una formazione sempre più completa e proiettata a un futuro da passare non per forza lontano dalla città. Tanti i corsi nuovi che via via stanno prendendo forma, spesso in lingua inglese, rivolti per lo più a un mondo, quella della digitalizzazione, che non rappresenta più un futuro lontano ma un solido presente. “Abbiamo una vision innovativa – ci racconta il professore Massimo Villari, delegato del rettore ai servizi ICT – e l’Università è sul pezzo. Inutile nascondere che tutte le volte in cui mi presento dal rettore ottengo subito di sì. Ci siamo detti che dobbiamo fare una città a misura di studente, una città universitaria. Crediamo di avere i numeri e vogliamo aumentarli anche con corsi di laurea innovativi, come quello che sto portando avanti io ed è tra i primi in Italia, denominato ‘Data science'”.

Villari: “Non è più la vecchia Università”

“Questa avventura è iniziata un paio di anni fa – ci spiega Villari – con l’avvio della triennale in ‘Data analyst’, tutto in inglese. Vogliamo continuare questo percorso con una magistrale per dare opportunità ai ragazzi di costruire qui il proprio futuro. Stiamo pensando anche a eventuali percorsi di dottorato”. Il professore ci ha raccontato di numerosi confronti con i propri studenti, con tanti che negli anni scorsi hanno deciso di andare via proprio per queste carenze ora più che colmate: “I ragazzi possono scegliere, il mercato è libero ed è giusto che sia così. Ma noi dobbiamo dar loro l’opportunità di restare, perché non siamo inferiori a nessuno. L’UniMe è dentro meccanismi internazionali importanti, ci conoscono in tutto il mondo. Ai genitori dico che no, non è la vecchia Università di Messina, abbiamo cambiato e accelerato. Abbiamo svoltato. Ora sta ai ragazzi di Messina capirlo, se no attingeremo fuori agli studenti stranieri. Ci sono triennale, magistrale, percorsi di lavoro importanti che l’Ateneo sta spingendo. Noi vogliamo concretizzare il progetto di città universitaria”.