Cronaca

Messina, al via il progetto per salvare le imprese confiscate alla mafia. Il 90% rischia il fallimento VIDEO

Servizio di Silvia De Domenico

Come salvare le imprese confiscate

“Circa il 90% delle imprese sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata rischia il fallimento”, è il dato dichiarato dal prefetto di Messina Cosima Di Stani. E continua: “Il tema è il costo della legalità. L’obiettivo è proprio quello di riportare nell’economia legale imprese che prima dopavano il mercato”.

Un mese fa la firma del protocollo d’intesa fra prefettura di Messina e Camera di Commercio. A questa sigla segue la presentazione del progetto “O.K. Open Knowledge” per combattere le infiltrazioni mafiose nel mondo delle imprese.

Fino alla settimana scorse le imprese italiane in stato di confisca definitiva che si contavano sul sito “Open Data Aziende Confiscate” erano 2.796. Il 30,6%, quindi un terzo, di queste imprese sono sul territorio siciliano. Solo in provincia di Messina sono 80. Questo quanto emerso nel corso dell’incontro di presentazione del progetto “O.K. Open Knowledge”, presentato da Unioncamere e ammesso a finanziamento dal Pon Legalità.

Contrasto all’illegalità economica e organizzata

“Il progetto si inserisce nel percorso di miglioramento delle competenze della Pubblica amministrazione nel contrasto alla criminalità organizzata, mediante l’utilizzo delle tecnologie digitali e l’informazione open da esse veicolate”, spiega il presidente della Camera di Commercio Ivo Blandina. E continua: “L’obiettivo operativo è quello di integrare il patrimonio dei sistemi informativi dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e il Registro Imprese delle Camere di commercio, nella convinzione che il riutilizzo di un’impresa sottratta alle organizzazioni criminali e la sua piena reimmissione sul mercato legale sia un’importante leva di contrasto all’illegalità economica e organizzata”. I dati vengono, infatti, aggiornati e resi disponibili in tempo reale e il progetto intende, inoltre, renderli “utili” e“utilizzabili” una volta fatti conoscere tramite apposite azioni di animazione e formazione.

Messina fra le 22 camere italiane a partecipare

“La Camera di commercio di Messina è una delle 22 Camere che ha aderito sin da subito al progetto”, aggiunge la segretaria generale dell’Ente camerale Paola Sabella. “Avviare attività di sensibilizzazione e di approfondimento su una tematica così importante è fondamentale per favorire quei principi di trasparenza, di collaborazione e partecipazione che sono elementi imprescindibili dello sviluppo. Gli interessi degli stakeholder rispetto alle aziende confiscate sono riferiti principalmente al riutilizzo del “bene” in ambito legale, mediante il recupero e la tutela dell’occupazione non collegata con le organizzazioni criminali, ovvero la gestione dei lavoratori impiegati, il nuovo utilizzo dell’azienda, l’inserimento nel tessuto sociale ed economico del territorio e le future possibilità dell’azienda e dei lavoratori»