sanità

Punti unici d’accesso. Assistenti sociali e operatori chiedono proroga contratti VIDEO

di Giuseppe Fontana, riprese e montaggio Silvia De Domenico

MESSINA – Prima si è partiti nel 2019, con contratti da 36 ore settimanali, poi ridotti a 24. Infine, dopo una sospensione, si è tornati con un concorso pubblico e contratti da 12 ore settimanali. E adesso la scadenza del 31 dicembre 2022 che si avvicina e l’appello degli operatori alle istituzioni. Si riassume così la delicata vicenda degli operatori dei Pua, i Punti unici d’accesso, dislocati su tutto il territorio messinese e siciliano, in ogni distretto sanitario. Oggi alla sala “Monsignor Fasola” di via San Filippo Bianchi, gli assistenti sociali e gli operatori informatici del comitato si sono riuniti per lanciare un messaggio alle autorità.

I contratti scadono il 31 dicembre

Ciò che vogliono scongiurare è che i contratti non vengano rinnovati, interrompendo così un servizio rivolto a utenti che già vivono situazioni difficili, con disabilità gravi e fragilità. E intorno ai Pua ruota un mondo complesso, fatto non soltanto di pazienti e assistiti. Ci sono in primis le famiglie, ma anche un gran numero di associazioni di volontariato e cooperative sociali, servizi sociali di varia natura, medici curanti, ospedalieri e delle Rsa, oltre ai responsabili di strutture come comunità protette e case di riposo.

L’appello: “Non per noi ma per gli utenti”

“Il Pua è stato attivato la prima volta nel 2019 – racconta Raffaella Casablanca -, prima per 6 mesi a 36 ore settimanali. Poi è stato rinnovato per un altro anno, a 24 ore settimanali e abbiamo seguito anche la pandemia. Dopo è stato chiuso, mentre nel 2021 è stato rifatto un concorso a titoli per ripartire nel 2022, prima a 24 ore settimanali e da ottobre ad oggi a 12 ore. Ma questo fino al 31 dicembre, dopo non si sa cosa accadrà”. “Chiediamo l’aiuto da parte delle istituzioni – prosegue Maria La Fauci – perché questo è un servizio essenziale per le persone che hanno più bisogno. Non chiediamo aiuto per noi ma per poter fornire il servizio a disabili e persone anziane”.