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Reddito di cittadinanza, D’Uva: “C’è chi merita vita dignitosa. Furbetti? Sbagliano loro” VIDEO

di Giuseppe Fontana e Silvia De Domenico

MESSINA – Elemosina o dignità? Il Movimento 5 stelle si interroga anche a Messina sul reale valore del reddito di cittadinanza e lo fa con il deputato messinese Francesco D’Uva. Il dibattito nazionale sulla misura di contrasto alla povertà fortemente voluta dai pentastellati è più acceso che mai, dopo le tante polemiche generata dalle continue scoperte di “furbetti”, cioè coloro che sono riusciti a percepirlo pur non avendone diritto. Tra lavoro in nero e nuclei familiari spezzati per poter aprire una pratica in più, tanti gli argomenti discussi nella mattinata di oggi al Salone delle Bandiere, dove sono intervenuti lo stesso D’Uva, oltre a Marcello Mastrojeni, direttore dell’Inps Messina, don Antonio Basile, direttore della Caritas diocesana cittadina, Giacomo De Francesco, direttore del centro per l’impiego di Messina.

“Inutile dirci che funziona tutto…”

“Inutile dirci che funziona tutto – spiega D’Uva – ma anche giusto dire che è una misura fondamentale che deve esistere ed esserci. Tante famiglie, tanti anziani, tanti minori, meritano di avere una vita dignitosa e grazie al reddito di cittadinanza ce l’hanno avuta. Quindi chi per attaccare il movimento dice che la misura non va bene sbaglia, mi dispiace parecchio. Quello che dico è: ci sono criticità? Cercheremo di risolverle. È una misura che c’è in tutta Europa, capiremo cosa non funziona. Il reddito di cittadinanza funziona molto bene dal punto di vista delle politiche sociali, ma meno bene dal punto di vista delle politiche attive del lavoro. Oggettivamente è perché non sono state investite risorse nei centri per l’impiego. In Germania ci sono 55mila lavoratori in quel settore, in Italia 8mila. La sfida è fare in modo che sia chi cerca lavoro sia chi cerca lavoratori passi dai centri per l’impiego”. E sui furbetti D’Uva dice: “Sbagliano loro, nel senso che si sa che i controlli sono previsti e noi ci crediamo fortemente. I controlli ci sono e siamo felici che ci siano, chi prende una misura così senza averne diritto sta rubando”.

L’Inps lavora di concerto con Guardia di Finanza e Tribunali per controlli più approfonditi

“Il primo strumento di controllo è quello in tempo reale – spiega il direttore dell’Inps Messina Marcello Mastrojeni – che noi facciamo su tutti i requisiti accertabili lavorando sulla domanda: gli incroci con Isee, residenza, e sui dati delle banche dati dei Comuni. Poi ci sono altri requisiti sui quali ci siamo fatti parte attiva insieme ad altre forze che hanno competenza sul territorio e ci siamo seduti per studiare il fenomeno”. L’Inps lavora di concerto con Guardia di Finanza e Tribunali per controlli ancora più approfonditi: “Molto importanti sono state le sinergie con Guardia di Finanza e altre forze di Polizia per trovare, ad esempio, chi era stato condannato e quindi non aveva diritto. Molto clamore ha fatto la scoperta qualche mese fa di 200 nominativi di persone, condannati per reati gravi, che percepivano il reddito”.