Cultura

“Ricordando Masha Amini, portiamo l’arte fotografica al Piemonte” VIDEO

MESSINA – Un inno alla bellezza e alla libertà delle donne. Una mostra fotografica in ospedale, ricordando Masha Amini, incarcerata in Iran perché non aveva coperto del tutto i capelli, sottoposta a percosse e morta durante la detenzione. L’arte fotografica e le strutture ospedaliere in un un originale connubio nella mostra “The freedom of beauty”, a cura di Francesco Mento, con fotografie di Rosa Sorrenti. Il luogo d’eccezione è il corridoio principale dell’ospedale Piemonte – Centro Neurolesi Bonino Pulejo Irccs e l’allestimento rimarrà fino al 6 gennaio. Attraverso le immagini, la fotografa messinese, classe 2000, racconta il mondo delle donne costrette a nascondere il proprio aspetto, in Paesi dove il femminile è mortificato. Ma anche lì dove sembra dominare la privazione, sottolinea il curatore della mostra, in realtà prevale la bellezza.

Sottolinea Maria Felicita Crupi, direttrice amministrativa dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico: “Con le opere della giovane fotografa, vogliamo dare un contributo a questa causa: il cambiamento culturale è davvero l’unica arma contro il progressivo declino della nostra società. Occorre educare al rispetto, alla parità, all’idea di una libertà di espressione incondizionata, che costituisce la base di un dialogo costruttivo. Alle donne, a tutte le donne, alle nostre operatrici sanitarie, che ogni giorno esprimono la loro bellezza nelle corsie dell’ospedale, è dedicata questa mostra”.

Rao e Crupi

“L’ospedale si apre al sociale e l’arte può essere elemento terapeutico”

Se per la direttrice Crupi, “l’ospedale si apre al sociale e all’uguaglianza nella diversità”, per il direttore sanitario Giuseppe Rao “l’arte può essere elemento terapeutico e di sensabilizzazione. Di veicolo di messaggi che contaminano coscienze, ancora di più, in un luogo di sofferenza come l’ospedale. La bellezza può portare qui qualcosa di speciale e per questo pensiamo che l’ospedale debba aprirsi a linguaggi come la fotografia. La fotografia evoca emozioni e le emozioni sono fondamentali quando si vive la sofferenza in un contesto ospedaliero. Vogliamo trasmettere speranza al nostro territorio e alla nostra comunità attraverso la realtà emotiva”.