Società

Taormina. Francesco e il suo ostello della gioventù: “Quando ho aperto mi davano del pazzo” VIDEO

Di Matteo Arrigo

TAORMINA. Un terrazzo con vista Teatro Greco, è lì che comincia un decennio fa il sogno di Francesco Sorbello, quando decide di fondare e gestire il primo ostello della gioventù nella perla dello Jonio. Per molti un’idea folle, un azzardo per una città abituata al lusso dei grandi hotel. Ma Francesco ha conosciuto il mondo in prima persona, girandolo come hanno fatto quelli della generazione degli anni novanta, zaino in spalla, pochi soldi in tasca e molto spirito d’avventura, dormendo negli ostelli dell’Europa e del sud America.

Oggi la sua struttura dà la possibilità a tantissimi giovani, anche i meno danarosi, di vivere Taormina in prima persona, svegliandosi con la baia di Giardini di fronte. “Ricordo che da ragazzino incontravo per le strade di Taormina molti giovani viaggiatori in cerca di un posto per dormire” – ci racconta Francesco – “Gente che alla fine preferiva pernottare nelle zone limitrofe o a Catania, visti i prezzi troppo alti del centro storico. Così tornando da uno dei miei viaggi ho deciso di aprire questa struttura, era una scommessa, ma il tempo mi ha dato ragione”

I giovani sono tornati a viaggiare

L’ostello ha visto il pienone di giovani per pasqua e nel week end del 25 aprile, c’è tanta voglia di lasciarsi alle spalle gli anni di pandemia e privazioni, con la speranza che anche la situazione in Ucraina si possa risolvere presto, al momento mancano i turisti dell’Europa dell’est.

Amori ed amicizie nate in ostello

La vita in ostello è fatta di condivisione degli spazi, senza però rinunciare ai confort, migliaia di giovani da tutto il mondo vivono i propri viaggi in queste strutture, molto meno gli italiani: “Prezzi convenienti non vuol dire mancanza di servizi, ormai gli ostelli hanno tutte le comodità richieste, ma è un tipo di soggiorno che purtroppo gli italiani non prediligono” – Francesco parla ai ragazzi come fosse un fratello maggiore – “Ai nostri giovani manca la mentalità del viaggiare. Le generazioni di oggi non comprendono la fortuna di potersi spostare più liberamente rispetto a venti anni fa. Tra queste mura ho visto nascere amicizie ed amori tra gente fino al quel momento sconosciuta. L’ostello è il primo social network naturale, spegnete i cellulari, prendete lo zaino, tornate a vivere il mondo”.