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VIDEO Totò Cuffaro torna e rilancia la Dc: “La politica deve stare tra la gente”

Non c’è più nessuna idea, la politica ormai si subisce. Funziona il sistema della cooptazione, vince chi urla di più in tv. Non puoi fare una domanda. Non si ascolta. Soprattutto la politica si è allontanata dalla gente”. Totò Cuffaro è tornato.

Totò “l’allenatore”

L’ex governatore della Regione Siciliana (il primo presidente con l’elezione diretta), dopo aver scontato la condanna per favoreggiamento alla mafia ed essere rimasto lontano dalla politica per alcuni anni, torna in campo. Ma non lo fa da futuro candidato. Lo vuol fare da “allenatore”, puntando a rilanciare la Democrazia Cristianaquella di Don Sturzo, quella popolare e non populista” e riportare l’attenzione al centro, al vasto mondo dei moderati in Sicilia ed in Italia.

Ricreare il grande centro

Il centro destra non esiste più, esiste solo la destra. Invece c’è spazio per un grande centro, nel quale possono confluire i moderati, che sono tantissimi. La legge elettorale va in questa direzione e noi stiamo chiedendo il ritorno delle preferenze. Basta cooptati, serve il rapporto diretto con le persone, con chi ti ha eletto”. Punta ai giovani ed infatti la scuola di formazione (che al momento è solo on line causa covid) ha già 250 iscritti ed è un numero in continuo aumento.

Non mi ricandido

Cuffaro sa che il suo nome rischia di farlo diventare un bersaglio per colpire i giovani della nuova Dc “io non intendo assolutamente ricandidarmi e non solo perché sono interdetto. Ma perché devono essere loro i protagonisti e non a parole, ma nei fatti. Guardi, io mi firmo ex governatore ed ex detenuto. Ho scontato la mia pena. Non vedo perché dovrei continuare ad essere attaccato perché voglio ancora credere nella politica che sa ascoltare”.

Nella scuola di formazione si studierà la storia dei partiti, ma anche economia, sociologia, le lezioni inizieranno tra non molto. Intervistiamo Cuffaro mentre è a casa, risultato positivo al Covid e spiega: “Questa è una guerra contro un terribile nemico invisibile. Lo possiamo battere con il vaccino, ma non dobbiamo perdere le speranze”. Se gli chiediamo cosa gli manca di più della politica, a lui, detto “vasa vasa”, la risposta è scontata: “il contatto con la gente, sentire le loro storie. Saper ascoltare tutti, perché le persone hanno davvero voglia di raccontarsi, di spiegarti i loro problemi. Mi manca ascoltare”. E sulla politica di oggi non ha dubbi: “Manca un’idea, quell’idea che ti crea l’emozione, il desiderio di fare. Oggi non ci sono ideologie”.