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Vescovo Di Pietro: “Il vaccino un diritto ma anche dovere morale” Audio-Intervista

L’intervista al Vescovo Di Pietro (di Carmelo Caspanello)

MESSINA – Mancano pochi minuti alle 11 quando tra i padiglioni della Fiera giunge il Vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Messina, mons. Cesare Di Pietro, per la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Sono trascorsi poco più di cinque minuti dalla inoculazione quando gli chiediamo come sta.

“Mi sento bene – ci dice con grande serenità – e sono contento dell’opportunità che è stata concessa dall’assessorato regionale alla Sanità di aprire anche ai sacerdoti, quale categoria a rischio, più esposta, questa possibilità. Ma oggi ho notato l’open-day, l’apertura a tutti i cittadini che desiderano di accedere a questo vaccino, che considero un diritto ma anche un dovere morale per preservare la salute pubblica. Sono venuto qui anche in forza di un dovere di coscienza che ho sentito mio per preservare la mia e l’altrui salute. Ho fatto AstraZeneca, in quanto Pfizer viene somministrato a chi ha delle patologie. Io grazie a Dio sono in buona salute e quindo ho avuto accesso ad AstraZeneca”.

Qual è il clima che ha avvertito nell’hub in Fiera?

“Ho avvertito un clima di grande serenità e di estrema cortesia. E non credo perché io sia il Vescovo. I medici, gli psicologi, gli infermieri, tutti sono molto disponibili all’accoglienza, ad indirizzare i cittadini verso la modulistica necessaria ed a compiere tutti i passaggi in maniera ordinata e rapida. Un clima positivo del quale mi compiaccio”.

Quella che ci apprestiamo a vivere sarà la seconda Pasqua caratterizzata dall’emergenza covid. Qual è il suo augurio per i fedeli dell’arcidiocesi?

“L’augurio è sincero, perché anche attraverso lo strumento del vaccino, si ponga un argine nel più breve tempo possibile all’espansione di questa tremenda pandemia e possiamo tutti risollevarci, risorgere. La Pasqua indica risurrezione e rinascita. Rinascita sul piano sanitario ma anche sul piano economico perché l’economia è depressa come ricaduta pesante di questa tragica situazione. Ed anche sul piano relazionale. Dobbiamo recuperare la gioia degli abbracci, delle relazioni fraterne, degli incontri in presenza (e non soltanto online) di cui abbiamo bisogno. L’uomo persona dice relazione e noi siamo le relazioni che viviamo. Auguri a tutti di una rinascita pasquale rapida e positiva”.