Mozione di sfiducia, Udc e Ncd dovranno superare la prova dei numeri. Già fallita in passato

Un documento di cinque pagine in cui vengono evidenziate tutte le “falle” nell'operato dell’amministrazione comunale ed in calce sette firme, meno della metà di quelle necessarie per legge. Sono questi i numeri della sfiducia targata Udc-Ncd , che il deputato nazionale Gianpiero D’Alia aveva dichiarato ad aprile sarebbe stata presentata entro giugno (vedi qui) e si è invece materializzata a fine luglio, quando mancano ormai pochi giorni alla sospensione delle attività consiliari di palazzo Zanza.

L’atto è stato depositato ieri mattina presso la Segreteria Generale del Comune di Messina e al momento non ha alcun valore giuridico perché se altri 9 consiglieri comunali non apporranno la propria firma non potrà neppure arrivare in Consiglio comunale. Per poter realmente sfiduciare il sindaco Renato Accorinti, e far cadere quindi lui e la sua giunta , serviranno poi almeno 27 voti al momento della votazione in aula .

Mentre la città prova a sopravvivere all’emergenza rifiuti e a mettersi alle spalle la breve ma non per questo meno grave emergenza idrica , a Palazzo Zanca ricomincia così il dibattito su sfiducia sì, sfiducia no. Un dibattito che rischia anche questa volta di diventare sterile di fronte all’inconsistenza dei numeri , senza i quali il documento firmato da Mario Rizzo, Franco Mondello, Mariella Perrone, Andrea Consolo , Libero Gioveni, Daniela Faranda e Nicola Crisafi resterà l’ennesimo pezzo di carta su cui mettere bandiere di primogenitura.

Ad esempio, l’atto proposto dai consiglieri di Area Polplare è il primo a finire sulla scrivania del segretario generale Antonio Le Donne, dopo quello depositato a novembre 2015 presso un notaio dai consiglieri Antonella Russo, Daniele Zuccarello, Donatella Sindoni e Nora Scuderi (vedi qui), successivamente prelevato, con un vero e proprio colpo di mano, da Pd e Dr (vedi qui) , che non hanno però trovato l’appoggio degli altri gruppi politici per poter fare approdare la mozione in Aula consiliare.

Esattamente come accaduto a novembre prima e a marzo poi, anche questa volta la sensazione è che i firmatari del documento siano più interessati al valore politico dell’atto, da sbandierare alla prima occasione utile, e del ritorno mediatico che questo può procurare che non dell’obiettivo finale, cioè la sfiducia ad Accorinti.

La presentazione del documento nasce su una iniziativa autonoma ed improvvisa di Area Popolare e non da un accordo con gli altri partiti , con i quali adesso Udc e Ncd dovranno comunque dialogare per far sì che la mozione di sfiducia vada in porto, ammesso che sia davvero questo lo scopo finale.

Al momento, la fuga in avanti di Udc e Ncd non ha suscitato grandi reazioni da parte degli altri partiti. L L'unico gruppo politico a prendere posizione tramite un comunicato ufficiale è stato il Pdr-Sicilia Futura, che per bocca del segretario cittadino Salvo Versaci ha fatto sapere che i cinque consiglieri comunali non sottoscriveranno il documento presentato da Udc ed Ncd ma non si tireranno indietro qualora la mozione con le 16 firme dovesse arrivare in Aula.

Forza Italia, che da solo avrebbe i numeri per presentare in Consiglio la sfiducia ad Accorinti , al momento tace. I quattro consiglieri del Pd aspettano di confrontarsi con il commissario Ernesto Carbone , che oggi sarà in città. Il consigliere Daniele Zuccarello , ex Pd ed ex Grande Sud , ha dato la sua immediata disponibilità a firmare la mozione, coerentemente con la posizione assunta mesi fa.

Per avere un quadro più chiaro su quale potrà essere l’esito della sfiducia annunciata da Udc e Ncd , bisognerà attendere gli sviluppi attesi già dalla giornata odierna.

Danila La Torre