Cronaca

Affari Sporchi 2, nuove accuse per Lombardo e i suoi complici

Riciclaggio e autoriciclaggio di capitali, truffa, esercizio abusivo dell’attività di intermediazione finanziaria e creditizia, reimpiego di proventi illeciti, intestazione fittizia di beni. Sono i tanti reati di cui sono accusati i componenti di un’organizzazione criminale capeggiata da Prospero Lombardo, di Brolo, ex dipendente della filiale messinese di banca Fideuram, che è parte lesa, radiato da Consob dall’albo dei mediatori finanziari nel 2016.

Lombardo è stato arrestato e posto ai domiciliari lo scorso 19 maggio, così come il suo braccio destro Gaetano Provenzani (45 anni). Divieto di dimora a Brolo, invece, per la moglie di Prospero Lombardo, Amelia Bonina (41), e a Palermo per il messinese Mario Fronzoni (50). Hanno l’obbligo di dimora nel Comune di residenza Herbert Provenzani (37), di Messina, e la palermitana Cristina Bernardo (49).

Le indagini della Guardia di Finanza avevano smascherato uno strutturato gruppo delinquenziale che, attraverso un sofisticato meccanismo fraudolento, aveva raccolto ingenti somme da ignari clienti, per oltre 2 milioni di euro, per poi riciclarli, sfruttando una serie di società operanti nel settore della mediazione creditizia ed altre società cosiddette “cartiere”, serventi solo all’emissione di false fatturazioni, necessarie per la ripulitura delle illecite provviste truffate.

Ma c’è dell’altro. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Patti ha trasmesso altri atti alla Procura di Palermo, per competenza.

Anche nel capoluogo siciliano, l’organizzazione criminale operava reimpiego di fondi provenienti dai reati di riciclaggio, truffa, appropriazione indebita ed esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria e creditizia, attraverso la costituzione di tre società, con sede nelle province di Palermo e Messina.

Anche la Procura di Palermo ha emesso 4 misure cautelari: una agli arresti domiciliari, un divieto di dimora nei Comuni di Brolo e di Palermo e due obblighi di dimora a Palermo e Messina) e ha richiesto il sequestro preventivo di oltre 77mila euro, frutto delle condotte di reimpiego di fondi provento del delitto di riciclaggio, disposto dal giudice delle indagini preliminari di Palermo.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina hanno quindi dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali emessa dal Tribunale di Palermo su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano nei confronti delle quattro persone, appartenenti ad un’associazione per delinquere dedita al reimpiego di fondi di provenienza illecita.