Politica

Amata: “Sì al Ponte, oggi più che mai. Ai No dico…”

Di seguito la lettera della deputata regionale Elvira Amata in seguito all’articolo relativo al corteo No Ponte del 26 luglio a Torre Faro

Corteo da rispettare

Gentile Direttore, a Messina si è tenuta una manifestazione importante. Importante giacchè legata ad un tema importante per la nostra terra, non per i numeri legati alle presenze. Mi preme fare una premessa, ritengo sinceramente che la partecipazione attiva sia un aspetto essenziale della nostra democrazia, ma non ho mai ritenuto che la conta di chi scende fisicamente in piazza fosse necessariamente un argomento, nel bene o nel male, per identificare la serietà o il rispetto che si deve a chi esprime la propria posizione.

No all’immobilismo

Ciò detto però mi sento di chiedere, attraverso lo spazio che spero vorrà concedermi, a chi da anni si oppone alla realizzazione dell’opera, quale idea di sviluppo alternativo sia stato proposto concretamente. Vorrei sapere cosa ne pensano queste persone dell’immobilismo in cui la nostra terra é stata costretta a causa di continui tira e molla, “si fa”/ “non si fa”; cosa dicono dei soldi pubblici che andrebbero ancora ad essere sprecati nel caso in cui si mettesse, una volta per tutte, definitivamente, la parola fine all’ipotesi di realizzazione dell’infrastruttura. Perché, come è noto, al di là di quanto già speso, sarebbe ancora alta la somma che, tra penali e mancanze da corrispondere, saremmo costretti a vedere andare in fumo.

Ponte elemento centrale

Fratelli d’Italia ha sempre avuto una posizione chiara rispetto all’importanza del Sud nella visione strategica d’insieme di un Paese che, per camminare al passo con il resto del mondo, non può prescindere dal Mezzogiorno e la sua crescita. E proprio in quest’ottica, guardando in primis al corridoio Berlino-Palermo, il Ponte sullo Stretto di Messina diventa un elemento centrale. Un’opera di cui si annunciò la realizzazione negli anni 60…dell’Ottocento pero’! (come riportava un entusiasta articolo del Corriere del Mezzogiorno).

Infrastrutture dell’800

E agli anni 60 dell’Ottocento sembra rimasta buona parte della rete infrastrutturale siciliana. Questo diventa un argomento per quanti osteggiano la realizzazione del Ponte in nome di quelle infrastrutture base che, talvolta, in alcune fasce della nostra Isola sembrano fantascienza. Personalmente non ho mai amato i “nein” fine a se stessi e senza proposte alternative.

Eterna attesa

E non mi è mai sembrato normale (si, normale!) che dei meridionali, pur consci della dimensione di periferia di serie B in cui il Sud è stato per decenni relegato, accettassero e anzi proponessero a chi è nelle condizioni di agire, di prediligere l’ordinario allo straordinario. Dopo un’eternità passata ad attendere mi sembra invece ovvio e decisamente scontato che pretendiamo l’ordinario (che nel frattempo è diventato antico) e lo straordinario, il necessario e il migliorativo.

L’essenziale alla sopravvivenza non è e mai sarà una garbata concessione o una promessa elettorale efficace, è un sacrosanto diritto costituzionale. Quindi, nel massimo rispetto di chi dice “No”, vorrei tanto che tutti, indistintamente, comprendessimo l’esigenza di pretendere garanzie che ci consentano, finalmente, di guardare a noi stessi e al nostro territorio con l’atteggiamento positivo di chi sa di avere immense chance.

Sì al Ponte oggi più che mai

Delle chance che passano però da una messa a punto di tutto quanto necessario a renderci autonomi, competitivi, emancipati. La presidente di FdI, l’On. Giorgia Meloni, non ha mai smesso di portare avanti quella che per alcuni è solo una promessa spot pre elettorale ma per il nostro partito rappresenta un leitmotiv sul quale insistiamo quotidianamente: il bisogno di dare luce al meridione e di concretizzare, una volta per tutte, un piano infrastrutturale serio che, mai come oggi, non può certo prescindere dal Ponte. Si tratta di una priorità in termini di investimento strategico per il Sud e per l’intera penisola. E lo dico oggi con forza perché “l’acqua nel rubinetto” -cui si fa riferimento nel Suo articolo- non è propedeutica rispetto al Ponte sullo Stretto ma precedente e la sua assenza è una violazione.

A quei signori che lamentavano un disservizio così incredibile porgo l’invito di non essere arrendevoli: o l’uno o l’altro non esiste in nessuna parte del mondo sviluppato. Ma a poco serve guardare con occhi languidi all’estero o alle regioni virtuose del nord Italia quando poi, a casa nostra, siamo noi stessi a proporre supinamente gli aut aut che ledono il nostro presente e il futuro dei nostri figli.

On. Elvira Amata

Deputato Regionale all’Assemblea Regionale Siciliana

Gruppo Parlamentare Fratelli d’Italia