Politica

Angela Raffa “ribelle” M5S: Il Ponte è futuro, chi dice no è contro i cittadini

La voce è fuori dal coro, ma il caso di Angela Raffa, “ribelle” su una problematica rispetto alle posizioni del resto del M5S, è analogo a quanto sta accadendo a livello nazionale tra esponenti del movimento. Pomo della discordia è il Ponte sullo Stretto di Messina, dopo il sì della Commissione ministeriale che però ha bocciato l’opzione tunnel (ipotesi che aveva visto il favore del sottosegretario Cancelleri).

Declino di Messina inarrestabile

Cari colleghi la questione del Ponte è emblematica di un disordine politico nel Movimento che invece di governare stiamo subendo”.  Angela Raffa premette subito di essere favorevole al Ponte. E aggiunge: “La maggior parte del popolo siciliano lo è sempre stata. Oggi lo è anche la maggioranza dei cittadini messinesi, la quasi totalità di sindaci ed anche giornalisti ed opinionisti. Sono passati 10 anni dalle battaglie No Ponte e nel frattempo il mondo è cambiato. Il declino di Messina continua inarrestabile. Le famiglie vedono i loro figli emigrare, i nonni incontrano i loro nipoti non più di un paio di volte l’anno. La città continua ad impoverirsi e la classe media sta scomparendo. Il ponte rappresenta un’occasione di cambiamento, un modo per sparigliare le carte e portare futuro e sviluppo in città”.

Il Ponte non è Tav o Tap

La parlamentare a 5stelle ricorda come spesso sulla questione Ponte intervengono colleghi di partito di altre regioni paragonando il Ponte alla Tav e Tap, richiamando ‘una verginità delle origini’ ormai perduta. Ma, specifica Angela Raffa, rispetto alle battaglie su Tav e Tap sindaci e comunità erano tutti dalla stessa parte. Sul Ponte oggi invece la situazione è completamente diversa.

Il no è un no contro i cittadini

Chi è contro a prescindere oggi conduce una battaglia contro i cittadini– continua Angela Raffa-  Quando Beppe Grillo attraversò lo stretto a nuoto nel suo comizio disse: ‘Siamo sempre stati contro il Ponte che ci è già costato 300 milioni, ma io non perseguo su questa linea, voglio creare degli strumenti [di partecipazione]…, fare il Ponte, si o no, lo decidiamo noi con un referendum senza quorum”. Se oggi tenessimo questo referendum, è mia opinione che l’esito in Sicilia sarebbe scontato”.

La deputata ripercorre poi le ultime tappe politiche a Messina, ricordando come Accorinti, leader dei No Ponte, sia stato eletto sindaco nel 2013. Dopo il primo mandato, nel 2018,  si è ricandidato e non è arrivato neanche al ballottaggio. Davanti a lui sono arrivati entrambi i candidati del centrodestra e pure quello del Pd (Bramanti, De Luca e Saitta).

Acqua, sale e…caviale

Solo noi con Gaetano Sciacca siamo riusciti a fare peggio. Accorinti non prende neanche un consigliere comunale (qui noi facciamo meglio, il simbolo 5 stelle funziona ed almeno la lista i voti li prende). Certo possiamo continuare così, beandoci di un certo purismo. Prendiamo l’un per cento alle prossime elezioni. Ma vuoi mettere di poter guardare tutti dall’alto di una superiorità che ci assegniamo da soli….. Ovviamente senza offrire nessuna ricetta o prospettiva che sia alternativa al Ponte (a parte la retorica vuota del benaltrismo). Perché se è vero che in Sicilia manca dall’acqua fino al sale ed il ponte è il ‘caviale’ (come mi disse qualcuno)… beh allora rispondo: visto che l’acqua ed il sale mancano da 20 anni e continuano a mancare, intanto io due cucchiai di caviale me li mangio volentieri”.

Il treno perso del Recovery

Secondo l’esponente del M5S così facendo si continua a fare il gioco degli altri. Il treno del Recovery Fund la Sicilia lo ha perso e in parte anche Messina e secondo la Raffa la colpa è della Regione e di alcuni sindaci metropolitani, rimasti ancorati ad una mentalità di governo vecchia e che li ha spinti a pensare di poter usare vecchi metodi con progetti farlocchi.

La musica è cambiata

“Stavolta non hanno capito che la musica in Europa è cambiata- continua Angela Raffa- I ‘frugali’, Olanda in testa, hanno preteso e messo tutte le condizioni nero su bianco senza possibilità di deroghe. Così si sono presentati alla trattativa con progetti raccogliticci, inconsistenti e fuori tema (senza dare certezza di realizzazione entro il 2026). Per nascondere la loro incapacità, ora la buttano sul Ponte e noi glielo stiamo permettendo. La Sicilia ha diritto ad alcune opere, ma queste non c’entrano niente con il recovery plan. Questa è la verità”.

Un referendum?

In conclusione la parlamentare sostiene che il M5S dovrebbe portare avanti l’iter per il Ponte, con un impegno per realizzarlo o con la proposta di un referendum per chiudere una discussione tra pro e contro che va avanti da decenni.

Intanto regione e qualche sindaco metropolitano ci spieghino perché cambiano discorso rispetto al recovery plan e ci illustrino perché non sono stati capaci di presentare progetti validi e pertinenti agli assi di intervento previsti dal Pnrr. Di fatto il 90% di quello che c’è nel Piano per la Sicilia viene su input ministeriale e dalle autorità portuali, mentre dagli enti regionali e locali molto poco”.