Assenteismo Iacp, lo spettro del licenziamento dopo la sentenza?

Settantanove condannati per assenteismo, un solo assolto; la quasi totalità dei dipendenti dell'Istituto Autonomo Case Popolari dello Iacp è stato condannato in primo grado per assenteismo.

Proprio nei giorni in cui vede la luce la nuova legge sui furbetti del badge, la norma che rivede il decreto Brunetta e apre la strada al licenziamento per i dipendenti "beccati", per i quali è stata accertata la truffa o altri illeciti nei confronti dell'amministrazione. La nuova legge di fatto, rispetto alla precedente previsione, fa leva sul dirigente, che ora ha l'obbligo e non la facoltà di avviare i procedimenti disciplinari, ed accorcia i tempi per passare alla sanzione, anche quella più grave del licenziamento.

Come intenderà regolarsi adesso l'Iacp di Messina di fronte alle 78 condanne? Il quadro sembra complesso, e la patata bollente sembra tutta per dirigenti e ufficio legale.

I condannati sono parecchi, tanto per cominciare, la quasi totalità dei dipendenti. Così, se l'Istituto intendesse adottare la linea dura, si ritroverebbe con serie carenze di organico. Certamente nulla rischiano quelli per i quali la sanzione disciplinare è già scattata – alcuni erano stati sospesi dopo i provvedimenti della magistratura di due anni fa.

Per tutti gli altri il ragionamento è aperto. Tutti i dipendenti finiti sotto processo, qualche anno dopo, hanno ricevuto i premi produttività. Il nucleo di valutazione interno dell'Istituto ha certificato il raggiungimento degli obiettivi, la qualità e la quantità della produzione offerta dai dipendenti.

La quasi totalità dei processati è stato condannato ad una pena superiore ai sei mesi, ma molti di loro sono finiti nel mirino della magistratura per un danno di non rilevante entità, qualcuno per pochi minuti di assenza, qualcuno per una truffa quantificata in una manciata di euro.

Il verdetto emesso qualche giorno fa dai giudici messinesi, inoltre, costituisce ancora il primo grado di giudizio. (Alessandra Serio)