Operazione Beta, la rettifica dell’architetto La Spina

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la richiesta di rettifica pervenuta dall'avvocato Gaetano Barresi, legale dell'architetto Pasquale La Spina, a proposito dell'articolo da noi pubblicato qualche giorno fa.

"Non v’è dubbio che “la malizia di ima buona battuta sia V'abbiglio che la sostiene” ma lo schema espositivo dell’articolo dal titolo “Beta 2, l’auto incendiata all’arch. La Spina dai Lipari su mandato di un medico” – pubblicato da “Tempostretto” in data 01 novembre c.a. – a prescindere dalle suggestioni iconografiche e dall’incoercibile relativismo di alcune espressioni adoperate (questioni, alla fine, non solo estetiche) esprime, chiaramente, una condotta divulgativa connotata non solo da gravi inesattezze (effettivamente sanabili con le usuali rettifiche) mam soprattutto, un preoccupante contesto comunicativo che ha determinato un mutamento del significato apparentemente neutro delle locuzioni adottate nel paradigma narrativo attraendole, in tal modo, in un ambito allusivo (ambiguo ed insinuante) onusto di valenze negative ben percepibili dal lettore medio. Infatti, il contesto narrativo, in un primo tempo, orienta il percipiente verso una prospettata immanenza della figura del noto Professionista messinese nelle recondite cerehie dell’operazione Beta (“torna anche nelle carte della seconda trancile dell’inchiesta Beta”) e successivamente, qualifica la circostanza relativa all’incendio della vettura (che non era di proprietà dell’Arch. Pasquale La Spina) come suggestivo vertice espressivo e, dunque fattuale che ritrova la propria base nel riferimento alla condanna per il reato di estorsione (citazione decontestualizzata e confliggente con gli effettivi esiti processuali: il reato di estorsione veniva, difatti. derubricato in grado di appello e la contestazione di minore gravità dichiarata estinta per intervenuta prescrizione) e nella opacizzazione deirimmagine professionale deirArch. La Spina che, difatti, ad un tratto – per comodità di “copione” – appare recessiva rispetto al “ruolo” di mediatore immobiliare attribuito, gratuitamente, dalla giornalista all’Architetto.

L'articolo appare, dunque, idoneo ad ingenerare nella mente del lettore medio — tramite la potenzialità lesiva delle espressioni utilizzate e l'effetto moltiplicatore che trova scaturigine nella natura “plurale” della comunicazione – l’idea di un presunto coinvolgimento dell’Architetto La Spina in ambiti della vita sociale della città che, per vero, non appartengono al professionista."

Nota di redazione: a proposito della titolarià dell'auto incendiata, si da atto che gli investigatori hanno verificato che l'auto è riconducibile all'architetto e intestata a prossimo stretto congiunto, come riportato dagli atti del procedimento.