cronaca

Buste paga “leggere”, condanna confermata per il re dei market Bonina

MESSINA – Condanna confermata con lieve “sconto” per Immacolato Bonina, al processo in appello nato dalle denunce di una ventina di ex dipendenti del gruppo Centro Supermercati Regione Sicilia CSRS. La corte d’Appello (presidente Giacobello) ha dichiarato la prescrizione per il capo di imputazione legato al mancato versamento dei contributi all’Inps e confermato la condanna per il reato di estorsione ai dipendenti. Scende a 5 anni e 3 mesi quindi la condanna per l’imprenditore di Barcellona, chiamato in causa dai dipendenti che avevano raccontato di essere stati costretti ad accettare di percepire buste paga più “leggere” rispetto a quanto certificato. In primo grado Bonina era stato condannato a 6 anni e mezzo.

Il fallimento della casa madre

La società non era stata ammessa al concordato e dichiarata fallita alla fine del 2016. La crisi e i primi licenziamenti risalgono però ad almeno 3 anni prima. Un gruppo di lavoratori si era organizzato ed aveva tentato la strada dell’immissione al passivo del fallimento. Assistiti dall’avvocato Antonio Centorrino, 22 di loro si sono costituiti parte civile al processo penale e gli è stato riconosciuto il diritto al risarcimento.

L’accusa dei dipendenti

Parallelamente erano scattate le indagini della Guardia di Finanza che avevano rivelato diverse irregolarità, nella gestione del personale. Le denunce per estorsione ai dipendenti sono arrivate a pioggia: i dipendenti lamentavano di essere stati costretti a incassare buste paga più “leggere” di quelle risultanti ufficialmente.