La Corte dei Conti “boccia” il consuntivo 2013 e c’è chi vuole gli ispettori ministeriali

La delibera n.202 della Corte dei Conti – che dopo l’audizione del 14 maggio ha confermato gran parte delle criticità del consuntivo 2013 (VEDI QUI)– non poteva lasciare indifferente il Consiglio comunale. Ed una proposta “shock” è arrivata dalla consigliera comunale di area Pd, Antonella Russo, la quale, durante la seduta di ieri pomeriggio del Civico Consesso, ha chiesto di ascoltare in audizione l’assessore al bilancio nonché vice-sindaco Guido Signorino, ma ha soprattutto “invocato” l’arrivo al Comune degli ispettori ministeriali. Presumibilmente già oggi, la consigliera depositerà una delibera, per formalizzare la richiesta di attivazione, tramite prefetto, della procedura di invio in città degli ispettori del Ministero Economia e Finanza.

«Solo gli ispettori ministeriali – spiega la consigliera Russo – possono chiarire se i documenti finanziari del Comune e la produzione dei servizi sono stati legittimamente emessi, possono suggerirci i provvedimenti diretti alle economie nella gestione del bilancio, e soprattutto sono l’organo ministeriale competente ad effettuare verifiche sulla regolarità e proficuità della gestione amministrativo-contabile delle pubbliche amministrazioni».

Durante il suo intervento in Aula, Antonella Russo – che è sicuramente tra i consiglieri più ferrati ed attenti sulle questioni finanziarie di Palazzo Zanca – ha sottolineato come dalla delibera 202/2015 si evinca chiaramente che da parte della Corte dei Conti rimangano «gravissime riserve relative alla gestione delle spese del personale, alla gestione delle società partecipate, ai residui attivi che vengono mantenuti senza motivo e ai debiti fuori bilancio che nel 2013 sono stati approvati nella misura di 25 milioni rispetto a 105 milioni ancora da riconoscere»

L’ennesima, pesantissima, relazione arrivata dalla sezione di controllo della Corte dei Conti ha fatto, dunque, nuovamente scattare l’allarme sui conti comunali. Il magistrato estensore Gioacchino Alessandro ed il presidente della Sezione di controllo, Maurizio Graffeo, che firmano la deliberazione n.202, spiegano a chiare lettere che il Comune di Messina si trova in una «condizione conclamata e persistente di gravissima crisi strutturale», per risolvere la quale si è affidata al piano di riequilibrio.

A proposito dei rilievi mossi sul consuntivo 2013 con precedente ordinanza (VEDI QUI), i magistrati contabili spiegano infatti che «le giustificazioni addotte, ancorché molto articolate e puntuali, non sono tali da deporre per il superamento dei surriferiti motivi di deferimento, ma piuttosto tendono a dare contezza delle iniziative responsabilmente intraprese dall'ente per affrontare i gravissimi fattori di precarietà del bilancio, e dei miglioramenti conseguiti soprattutto nell'esercizio successivo a quello preso in esame, che non è, comunque, oggetto del presente controllo, ovvero di quanto programmato ai fini del risanamento nel piano di riequilibrio finanziario».

In altre parole, l’amministrazione Accorinti – che nell’udienza del 14 maggio è stata rappresentata dall’assessore Signorino e dal ragioniere generale, Antonino Cama, secondo la Corte dei Conti non è riuscita a smontare «il quadro delle criticità riferite all'esercizio 2013, oggetto del presente controllo».

Restano così in piedi le tante problematiche riscontrate nel rediconto 2013. Ad esempio, quelle relative alla spesa del personale. Sul famigerato parametro 6, i magistrati contabili ricordano che questo è stato « oggetto di pareri contrastanti dell'organo di revisione e del Segretario dell'ente » ed avvertono che «la Sezione si riserva le valutazioni di competenza, nel rispetto delle competenze istruttorie sul Piano di riequilibrio», ricordando un aspetto fondamentale, vale a dire che «il relativo parametro assume rilevanza ai fini della condizione di deficitarietà strutturale dell'ente e, conseguentemente, dei presupposti di accesso al piano di riequilibrio». La diatriba tra il Collegio dei revisori e la giunta, su cui la magistratura contabile si riserva di intervenire al momento debito, riguarda l’obbligatorietà o meno di conteggiare tra le spese del personale anche quelle dei dipendenti della partecipate. Secondo i revisori di Palazzo Zanca questa obbligatorietà esiste; secondo la giunta Accorinti – supportata da un parere del segretario/direttore generale Antonio Le Donne – le spese del personale delle società partecipate non devono essere conteggiate. Se alla fine i magistrati contabili dessero ragione al presidente Dario Zaccone ed gli altri due componenti del Collegio dei revisori, il tetto massimo previsto dalla legge per le spese del personale verrebbe sforato ed il Comune riconosciuto come ente strutturalmente deficitario, quindi impossibilitato ad accedere alla procedura di riequilibrio. In altre parole, verrebbero vanificati tutti gli sforzi compiuti in questi due anni, a volte anche con notevole ostinazione, dall’amministrazione Accorinti per scongiuare il default.

Nella deliberazione n.2012, la Corte dei Conti conferma anche il mancato rispetto della normativa riguardante l'estensione oraria del personale contrattista per tre mensilità, che non può avere come giustificazione neanche motivi organizzativi dell’ente (anche su questo punto si era già pronunciato il Collegio dei revisori interno); e torna a stigmatizzare «la mancata costituzione del fondo per il personale dirigenziale (allo stato in corso di definizione), ciononostante destinatario del salario accessorio».

Per la Corte dei Conti restano, inoltre, « attualmente irrisolti i nodi relativi alla presenza di debiti fuori bilancio da finanziare – basti pensare alla macroscopica discrasia tra i debiti fuori bilancio riconosciuti nell'esercizio esaminato e quelli che risultano dalla ricognizione propedeutica al piano di riequilibrio – e il disavanzo complessivo da ripianare».

In base al calendario, da qualche giorno è iniziata ufficialmente la stagione estiva, ma dopo la relazione della Corte dei Conti a Palazzo Zanca sembra essere arrivato l’inverno più rigido.

Danila La Torre