Politica

Commissariamento (con polemica), a Reggio l’Udc si affida a Paolo Ferrara

REGGIO CALABRIA – Svolta con polemica annessa nell’Udc a Reggio Calabria. I vertici nazionali del partito, solo recentemente in riva allo Stretto, hanno deciso di commissariare la realtà territoriale reggina, affidata a un alfiere storico dello Scudocrociato come l’ex dirigente dell’Avvocatura regionale Paolo Arillotta – già capogruppo udiccino a Palazzo San Giorgio e molte altre cose centriste – e di affidarsi alla ‘stella’ emergente del partito, l’ex consigliere comunale Paolo Ferrara, già noto quale consigliere pri e poi come leader di ‘Liberi di ricominciare’. Sul versante istituzionale, ha fatto molto parlare di sé per la ‘linfa nuova’ portata al Comune di Platì col suo apporto elettorale prima e istituzionale poi, nei panni di presidente del Consiglio comunale platiese.

Dal dicembre scorso, Ferrara – fondatore del Consorzio universitario metropolitano UniReggio – era peraltro responsabile nazionale Formazione dell’Unione di centro.
Adesso peraltro anche Arillotta ha un incarico nuovo, essendo stato designato quale neoresponsabile regionale Enti locali del soggetto moderato. Mentre pure negli altri territori calabresi sono stati indicati commissari provinciali.

Flashback

Una decisione, quella del commissariamento, che può stupire fino a un certo punto…

La performance elettorale alle Regionali del 3 ottobre scorso era stata, letteralmente, bifronte. Su scala calabrese l’Unione di centro aveva sfiorato i 35mila suffragi, centrando un complessivamente dignitoso 4,6% e dunque raccogliendo un seggio a Palazzo Campanella, la lettura dei dati disaggregati forniva una realtà alquanto diversa.
Sia nella Circoscrizione elettorale Nord sia in quella centrale l’Udc aveva rastrellato un buon 5,8% (quasi 17mila voti nel Cosentino, poco meno di 15.500 fra i territori provinciali di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia). Nella Circoscrizione elettorale Sud – il territorio metropolitano reggino – la lista udiccina, orfana dei mega-consensi raccolti giusto l’anno prima da Nicola Paris, poi andato al Gruppo misto e arrestato nell’operazione Inter nos due mesi prima del voto, aveva invece raschiato il fondo del barile, non andando oltre l’1,2%, poco più di 2.500 suffragi in totale, a causa di una lista apparsa debole a molti osservatori.

Le new entry

Sotto l’impulso di Ferrara, negli ultimi mesi l’Udc a Reggio Calabria ha avuto un impressionante numero di new entry, dall’ex consigliere metropolitano Nino Crea al primario di Chirurgia al Policlinico ‘Madonna della Consolazione’ Mohammad Alkilani, passando per Peppe Pinto o Rita Leonardo.

Ma, inevitabilmente, è sùbito parso chiaro che la coabitazione con Arillotta – interprete storico della politica centrista dalle parti dello Stretto – sarebbe risultata complicata.
Ultimo episodio, giusto il 25 marzo, non “sotto le bandiere” di Paolo Arillotta ma appunto di Ferrara, l’arrivo dei vertici nazionali udiccini, il segretario nazionale Lorenzo Cesa e il presidente Antonio De Poli.

Dai valori di una Storia creiamo il futuro, il claim dell’iniziativa reggina all’auditorium “Don Orione”, mentore ovviamente Ferrara; tra i relatori, ilc capogruppo udc alla Regione Pino Graziano.
Già in locandina, di Arillotta nessuna traccia. Ma elementi sufficienti per intuire che su scala reggina presto Paolo Ferrara avrebbe guadagnato ulteriori margini di manovra.

Reazione stizzita di Graziano: è addio?

Proprio da Graziano, però, arriva una veemente reazione all’indicazione dei commissari provinciali in Calabria ad opera dei vertici nazionali del partito.

Il capogruppo udc a Palazzo Campanella si congratula per il nuovo incarico di Arillotta e coi neocommissari. Però Giuseppe Graziano inserisce qualche distinguo.
Intanto, osservando: «Apprendo dalla stampa delle nuove nomine». Incarichi, insomma, ‘calati dall’alto’, o così il consigliere regionale li fa apparire, non essendo stati in alcun modo concertati con lui.
E poi aggiunge: «Mi corre l’obbligo, però, rimarcare il concetto di “persona” perché in questa fase di restyling dell’Unione di Centro calabrese, così come l’ha definita il presidente nazionale De Poli, mi è parso di capire che il valore umano abbia assunto un ruolo secondario».

Poi il riferimento è attribuito all’avvicendamento del coordinatore vibonese Francesco Fusca, trascurando il «lavoro essenziale» da lui svolto sul territorio, senza il quale l’Udc «non avrebbe potuto presentare la lista nella circoscrizione Centro alle scorse elezioni regionali». Ad avviso di Graziano s’è perpetrata una «mancanza di rispetto» che, spiega il consigliere regionale, «mi addolora e mette in discussione gli stessi principi e i valori che reggono il nostro partito». Lui e i suoi più stretti collaboratori in politica opereranno già nei prossimi giorni «una profonda riflessione» sull’accaduto: se non è un addio, per l’ex esponente dell’allora Casa delle libertà è quantomeno un rullo di tamburi.