“Tendagate”, dimissioni Ialacqua e sfiducia: in Aula botta senza risposta. Accorinti rinvia la replica

Carpetta sotto il braccio, passo spedito e via dall’Aula consiliare per raggiungere la propria stanza. Dopo oltre sei ore di dibattito, il sindaco Renato Accorinti ha deciso di rinviare a mercoledì prossimo la replica ai consiglieri comunali, che nella seduta fiume di ieri pomeriggio hanno aspramente criticato l’amministrazione, spaziando dal tendagate al caso Ialacqua, dal degrado in cui versa la città alla mancata attuazione del programma elettorale, dalla sfiducia da parte del Consiglio comunale alla richiesta indirizzata al primo cittadino di fare lui un passo indietro.

Per volontà di Accorinti, infatti, il confronto in aula voluto dagli esponenti del Civico Consesso per fare luce sulla vicenda della tenda montata all’interno dell’aiuola dell’Università e su tutto ciò che ne è conseguito si è concluso con un insolito botta senza risposta. Terminati tutti gli interventi dei consiglieri, il primo cittadino avrebbe voluto che il diritto di replica fosse concesso non solo a lui e all’assessore Ialacqua – gli unici ad essere stati formalmente invitati alla seduta per dare risposte sul caso che ha tenuto banco in questi giorni– ma a tutti gli esponenti della giunta. Durante i lavori in aula, accanto al sindaco, c’era infatti tutta la sua squadra: il vice- sindaco Signorino; l’assessore alla mobilità Cacciola; l’assessore all’urbanistica De Cola; l’assessore alla pubblica istruzione Panarello; l’assessore alle politiche della Casa Pino, rimasto per pochissimo tempo; l’assessore ai servizi sociali Santisi, arrivata in un secondo momento; e naturalmente l’assessore Ialacqua, bersaglio insieme ad Accorinti degli attacchi più duri. Unico assente l’assessore alla cultura Perna.

Alla luce delle critiche, anche feroci, indirizzate all’amministrazione tutta, secondo il sindaco sarebbe stato corretto dare ad ogni assessore la possibilità di controbattere e per non allungare ulteriormente i tempi del dibattito era stato inizialmente concordato con la Presidenza del consiglio comunale ed alcuni capigruppo di aggiornare la seduta alla prossima settimana con all’ordine del giorno le repliche dei vari esponenti di giunta. La decisione ha provocato da un lato la “fuga” immediata dall’aula del sindaco e di molti consiglieri comunali e dall’altra la reazione rabbiosa dei consiglieri rimasti seduti ai loro posti, i quali pretendevano che Accorinti rispondesse a caldo e non dopo una settimana alle critiche mosse. «La risposta del sindaco deve avvenire contestualmente al dibattito e non dopo giorni, oggi deve replicare a quanto ascoltato. Lui è il sindaco della città e non può non avere argomenti per replicare», ha tuonato la consigliera Donatella Sindoni. Alla fine, Accorinti è rientrato in aula, ma è intervenuto solo per dire che non aveva senso parlare di fronte ad un' aula ormai deserta, ribadendo la necessità di rinviare il confronto a mercoledì prossimo . Più di un consigliere ha malignamente commentato che dovendo aspettare sino a mercoledì il sindaco avrà il tempo di farsi scrivere il discorso da pronunciare in aula.

Ma al di là dei commenti “fuori microfono”, forse per la prima volta da quando amministra, in aula il sindaco Accorinti è stato messo sotto torchio dal Consiglio Comunale, che ha peraltro reiterato – in maniera pressoché compatta – la richiesta di dimissioni dell’assessore all’ambiente Ialacqua. Non è bastata a difesa d’ufficio del primo cittadino , per la verità un po’ debole, nel suo intervento ad inizio di seduta. «La sua presenza davanti al tribunale è interpretabile e si può facilmente speculare , montando casi e facendoli diventare problemi di stato» ha dichiarato Accorinti, sperando di spegnere sul nascere ogni polemica. Ma le polemiche ci sono state, così come gli attacchi al suo operato e quello dell’assessore all’ambiente.

Ad aprire il fuoco di fila è stato il capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta: «Il caso della tenda è nato per l’assenza dei servizi sociali. A proposito di quelli che c’erano prima , l’assessore Caroniti ed il sindaco Buzzanca, operavano meglio di voi in questo settore». Nessun dubbio sull’operato di Ialacqua : «La città è in emergenza rifiuti, accompagnata dal totale abbandono delle piazze, l’assessore farebbe bene a fare un passo indietro». A chiedere le dimissioni di Ialacqua è stato anche il capogruppo dell’Udc, Mario Rizzo, che ha bacchettato pure il sindaco: «Lei non è il leader di un movimento ma il sindaco di una città di 240mila abitanti e deve amministrare. In questi due anni la situazione non è migliorata ed è inutile che ci sfidi con la sfiducia sottraendosi alle proprie responsabilità». Il sindaco è finito anche nel mirino del capogruppo del gruppo “Felice per Messina", Peppuccio Santalco: «Lei non è riuscito a fare uscire dal guado la città». Rivolgendosi poi direttamente a Ialacqua il consigliere di centro-sinistra ha affermato: «Da dispensatore di carbone è diventato il principale artefice della disfatta nel settore dei rifiuti. Il fallimento è evidente e lei dovrebbe dimettersi». Ha parlato di fallimento generale anche il consigliere Claudio Cardile: «Lo sfascio è sotto gli occhi di tutti. Messina è senza prospettiva senza una idea di sviluppo e senza identità». Il consigliere Nicola Cucinotta si è presentato in aula con in mano il programma elettorale di Accorinti e ha rimarcato tutte le cose non realizzate in questi due anni. La capogruppo dei Dr , Elvira Amata ha invitato l’assessore Ialacqua , che lei ha preceduto alla guida del settore rifiuti, «a farsi un giro per i cimiteri e per le ville della città invece di andare a dare solidarietà ad azioni illegali». Il collega di gruppo Nino Carreri ha rimproverato alla giunta di non avere avuto il coraggio di portare avanti l’ operazione verità sbandierata in campagna elettorale.

Non è stata tenera neanche questa volta la consigliera comunale Nina Lo Presti, con una implicita reprimenda anche nei confronti dei colleghi d’aula: «Il dibattito politico non può incentrarsi su questi argomenti . Assistiamo al gioco delle parti per distogliere l’attenzione dai temi importanti per il futuro della città». Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’altro ex accorintiano, Gino Sturniolo: «Tutta questa storia della tenda è la costruzione di uno spettacolo , in cui ognuno ha voluto giocare un ruolo di protagonista».

La consigliera Antonella Russo ha puntato il dito contro la mancata programmazione economica, che costringe il Comune a ragionare in dodicesimi. Molto critica anche la posizione della consigliera Daniela Faranda: «In questi due anni abbiamo assistito a tanti annunci, quello che mancato è l’ordinaria amministrazione». Dopo tanti attacchi è toccato alla consigliera di Cambiamo Messina dal Basso Ivana Risitano difendere la giunta: «A sentire gli interventi dei consiglieri in quest’aula sembra quasi che tra il 2012 ed il 2013 ci sia stato un cataclisma e che questa amministrazione sia potuta partire da zero. Non si può giudicare l’operato di questa giunta senza tenere conto del passato». Il suo interevento è stato applaudito sia dagli esponenti del Movimento che siedevano nella tribunetta del Consiglio sia dall'assessore Ialaqcua.

La lunga seduta di consiglio comunale è stato anche lo scenario ideale in cui tornare a parlare di sfiducia al sindaco. «Se pensate che siamo immorali, sfiduciateci » aveva detto Accorinti qualche giorno fa a Tempostretto , ripetendo ieri in aula la stessa frase, recepita come un vero proprio atto di sfida dai consiglieri comunali. Ed il consigliere Daniele Zuccarello ha raccolto la sfida e rilanciato, convinto che la sfiducia verrebbe utilizzata dal sindaco per fare il martire anche fuori dai confini di Messina: «Non aspetti che sia il consiglio a sfiduciarla, si dimetta lei e andiamocene tutti a casa». Secondo Sturniolo, invece,« il sindaco Accorinti non dovrebbe dimettersi ma dovrebbe far dimettere tutta la sua giunta per ripartire da zero ed attuare il programma elettorale». Quanto al caso Ialacqua, secondo l’ex accorintiano l’assessore all’ambiente più che della sua presenza accanto ai pinellini « dovrebbe rispondere del fatto che i documenti contabili sulla gestione dei rifiuti sono sovrapponibili a quelli del passato».Si sono ufficialmente pronunciati a favore della sfiducia al sindaco Accorinti sia il capogruppo del Pd Paolo David sia il consigliere Piero Adamo: «lei andrebbe sfiduciato non per il caso della tenda ma perché il suo programma elettorale è rimasto in gran parte al palo». Dall’esponente di “Vento dello Stretto” è arrivata anche la richiesta di dimissioni dell’assessore Ialacqua, perché «la città non mai è stata così sporca e puzzolente». Voce fuori dal coro quella del capogruppo del Megafono, Pippo De Leo: «Non chiederò le dimissioni, ma serve coraggio nelle decisioni».

Nella prossima seduta del Consiglio Comunale, il sindaco Accorinti sarà chiamato- come ha sottolineato il consigliere dell’Udc Franco Mondello – a dire cosa intendere fare rispetto al caso Ialacqua e alla richiesta di dimissioni. «Caro sindaco non pensi che oggi non sia successo nulla , l’abbiamo messa di fronte ad una questione politica su cui le dovrà prendere una decisione e riferire».

Danila La Torre

GALLERY DI SERENA CAPPARELLI