“Ritrovate anche in mare. Rischiamo un disastro sanitario ed ambientale “usa e getta”. Attuare sistemi di sterilizzazione e riutilizzo delle mascherine”.
Con il titolo “Come puoi pensare di restare sano in un ambiente malato?”, l’associazione ambientalista Fare Verde lancia l’allarme sul malcostume in atto in questi giorni di emergenza Coronavirus: l’abbandono incontrollato di mascherine protettive e guanti di plastica, evidenziando sia l’aspetto sanitario che quello ambientale della questione.
“Da ogni parte d’Italia i nostri volontari segnalano episodi del genere. Addirittura mascherine sono state rinvenute in mare, ripercorrendo il triste fenomeno, già verificato con “Il Mare d’Inverno”, della plastica trasportata dalle città in mare aperto”.
Fare Verde invita i cittadini a non gettare a terra le protezioni personali e a conferire mascherine e guanti, secondo le indicazioni diffuse dagli enti preposti, nel sacco dell’indifferenziato.
Anche nei prossimi mesi, per affrontare l’emergenza covid-19, ci vorranno milioni di mascherine e guanti, una “montagna” di rifiuti “usa e getta”, che dovrà essere gestita responsabilmente da cittadini ed amministrazioni.
Per cercare di gestire e ridurre il rifiuto “usa e getta” connesso alla prevenzione del Covid-19, Fare Verde chiede alle Autorità di percorrere la strada del riutilizzo delle mascherine mediante la loro sterilizzazione. A tal fine Fare Verde ha scritto al Ministro dell’Ambiente chiedendo, con particolare riferimento alle mascherine che saranno prodotte dallo Stato, come comunicato nei giorni scorsi dal Presidente del Consiglio, Conte, di studiare la possibilità di lavare e sterilizzare le mascherine usate, affinché siano riutilizzabili e, quindi, ridurre l’impatto ambientale della pandemia.E ne diffonde le istruzioni.
Si fa presente che questa istruzione d’uso ha validità solo ed esclusivamente nei casi in cui sia valutato applicabile il riutilizzo dei dispositivi di protezione individuale (mascherine) a seguito di carenza causata dalla emergenza sanitaria da Coronavirus COVID 19. Pertanto il trattamento descritto deve essere limitato a quei casi nei quali è stato valutato basso il rischio ed applicabile il reimpiego. Tale trattamento è invece sconsigliato per tutto il personale che si trova ad operare con persone infette (o in ambienti ad alto rischio di contagio) in quanto non vi sono, al momento, dati sufficienti per poterne convalidare l’efficacia. Non sono altresì ancora disponibili dati sul numero massimo di volte che può essere ripetuto il trattamento. Per questo motivo, a titolo cautelativo, il trattamento può essere effettuato per non più di tre volte (salvo prematuro ed evidente deterioramento della mascherina).
II materiale da impiegare per la sanitizzazione è costituito da una soluzione idroalcolica al 70% (Alcool a 700) in erogatore spray ecologico o altro dispenser idoneo a permettere una spruzzatura della soluzione.
Ricordarsi che sia la superficie esterna della mascherina indossata sia le mani (o i guanti) possono essere contaminati dal virus, pertanto si deve fare particolare attenzione alla manipolazione della mascherina stessa, onde evitare il rischio di reinfettare o infettarsi. Per questo motivo è importante attenersi scrupolosamente all’ordine delle operazioni descritto di seguito in modo da evitare la contaminazione.
Non riporre la mascherina sanitizzata all’interno o sopra superfici non sanitizzate senza la protezione della busta di plastica.
Non utilizzare la mascherina ricondizionata in caso di evidenti alterazioni.
L’interno della mascherina non deve essere toccato per nessun motivo in quanto si potrebbe correre il rischio di contaminazione che favorirebbe il contagio.