Politica

De Luca: “Sicilia Vera farà saltare i tavoli romani e la Lega si spappolerà”

SICILIA – Cateno De Luca continua a voler scompaginare le coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Dopo Messina, l’obiettivo è metterle a soqquadro nella campagna per le regionali. Sulla sua pagina Facebook (nella foto), il candidato alla presidenza della Regione racconta andata e ritorno della sua trasferta romana nel suo stile di comunicazione e abbozza una previsione politica: “La Lega in Sicilia si spappolerà e, da parte sua, Gianfranco Miccichè ha stabilito che voterà me se Nello Musumeci rimarrà in campo”.

Sottolinea il leader di Sicilia: “Con me in campo, è finito il condizionamento romano sulle dinamiche politiche siciliane. I politici siciliani fanno i viaggi della speranza a Roma per cercare garanzie per continuare ad esistere. Io sono a Roma per far saltare i tavoli romani che continuano a uccidere la nostra autonomia e indipendenza”.

“Farò di tutto per salvare Musumeci come candidato del centrodestra”: De Luca rinnova la provocazione

E ancora scrive sulla sua pagina Fb l’ex sindaco di Messina: “Stiamo cucinando gli avversari interni al centrodestra di Nello Musumeci. Un pranzo a Fiumicino per cercare di stoppare le faide interne al controdestra che puntano alla non ricandidatura di Musumeci. Farò di tutto per salvare Musumeci dal tritacarne imbastito da Gianfranco Miccichè (presidente dell’Ars, Assemblea regionale siciliana, e Forza Italia, n.d.r.). e da Luca Sammartino (deputato regionale di Prima l’Italia, n.d.r.). E nella Lega siciliana ci saranno delle spaccature irreversibili”.

Giarrusso: “Il centrosinistra fa le primarie senza elettori”

De Luca, dopo aver approfittato delle divisioni interne al centrodestra a Messina, con Prima l’Italia di Nino Germanà a suo sostegno, ora rinnova la sua provocazione. Continua a dichiarare che Musumeci è il suo avversario ideale, per poterlo battere nella competizione elettorale, e si presenta agli occhi dei suoi sostenitori come il leader libero dagli inciuci. Un leader lontano, fa emergere nei suoi post, dai vizi della vecchia politica romana, utilizzando in chiave autonomista anche gli slogan leghisti.

Così descrive un presidente della Regione uscente “dietro la porta di Giorgia Meloni”, probabilmente per chiederne il sostegno al bis alla presidenza o avere in alternativa garanzie, chissà, in vista del nuovo Parlamento. L’importante è, per De Luca, presentarsi come alternativo ai metodi della vecchia politica agli occhi dei sostenitori sui social. E aggiunge: “Meglio il buon Gianfranco Miccichè che stanotte ha ribadito la sua contrarietà alla ricandidatura di Musumeci”.

Rispetto a questi “tavoli romani e notti dei lunghi coltelli”, lui e l’europarlamentare Dino Giarrusso, col nuovo movimento nazionale “Sud chiama Nord”, si presentano come gli anti-casta, contro la “banda bassotti che continua a vendersi la Sicilia per qualche posto in Parlamento”.

Rimarca a sua volta l’ex M5S Giarrusso: “Il centrosinistra organizza primarie senza elettori, dove il Movimento Cinque Stelle, che una volta faceva scegliere gli iscritti, impone una candidata dall’alto, da Roma, dopo essere stata ostaggio per mesi di Giancarlo Cancelleri (sottosegretario allle Infrastruttture, ha rinunciato alle primarie del campo progressista a causa del vincolo interno al movimento del doppio mandato, n.d.r.). E Chinnici, già assessora di Lombardo, si avvia a vincere per perdere”.

De Luca: “Chinnici e Pd migliori alleati per diventare sindaco di Sicilia”

“Intanto a Roma la banda Bassotti – rincara la dose Giarrusso – combina guai terrificanti: se il governo Draghi non rimette immediatamente a posto la cessione crediti del Superbonus 110, rischia di mandare sulla strada centinaia di migliaia di lavoratori”.

E, a sua volta, così De Luca si contrappone al ceto politico: “Massimo Russo, ex assessore alla sanità, da Calenda per tentare un’operazione alla Lombardo. E il Pd con Caterina Chinnici è il mio migliore alleato per il progetto De Luca sindaco di Sicilia”. Il leader di Sicilia fa riferimento anche alla possibile scarsa partecipazione alle primarie del 23 luglio, per la scelta del candidato alla presidenza della Regione nell’area di centrosinistra, e rinnova il suo gioco a cogliere contraddizioni e limiti dei campi avversi.

Nel frattempo, invita ad “arruolarsi nelll’esercito di liberazione della Sicilia”, in un misto di linguaggio autonomista e militare, e annuncia le prossime tappe del tour delle città.

  • Sabato 9 luglio Palermo
  • Domenica 10 luglio Catania
  • Lunedì 11 luglio Siracusa
  • Martedì 12 luglio Ragusa
  • Giovedì 14 luglio Caltanissetta
  • Venerdì 15 luglio Agrigento
  • Sabato 16 luglio Trapani
  • Domenica 17 luglio Enna