Dopo i dirigenti, anche l’ex segretario generale Alligo batte cassa al Comune. Che si oppone

L’enorme mole del contenzioso è una delle cause principali che impedisce al Comune di Messina di essere forte e sano economicamente. Un aspetto certamente singolare è che molte delle cause che coinvolgono l’ente nascono dall’interno e sono portate avanti da chi a Palazzo Zanca ha lavorato o continua a lavorare. Siano essi dipendenti, dirigenti, amministratori (vedi qui).

Nei giorni scorsi, Tempostretto.it ha raccontato del ricorso presentato da 9 dirigenti, quattro dei quali ancora in servizio, per chiedere gli arretrati dell’indennità di risultato (vedi qui). All’iniziativa giudiziaria dell’ex ragioniere generale di Palazzo Zanca Ferdinando Coglitore, dei dirigenti in quiescenza Francesco Rando, Giacomo Leotta, Placido Bruno, Giuseppe Mauro e dei dirigenti ancora operativi Salvatore De Francesco, Calogero Ferlisi, Giovanni Di Leo e Letteria Santa Pollicino, se ne aggiunge un’altra: quella di Santi Alligo, segretario generale del Comune di Messina da giugno 2009 al 16 ottobre 2013.

Il predecessore di Antonio Le Donne, forte di un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale del Lavoro di Messina, chiede il pagamento di 29.103,50 euro per differenze retributive maturate negli anni 2012 – 2013. Cifra alla quale devono essere aggiunti interessi e spese legali.

Tuttavia, con delibera n.145 del 1.marzo, la giunta Accorinti ha deciso di opporsi al provvedimento, conferendo incarico all’avvocato Massimo Leggio. Per avere le somme richieste, Alligo dovrà attendere l’esito dell’appello.

Intanto, la notizia del ricorso presentato da 9 dirigenti, vittime a loro dire di un danno economico per non aver percepito la retribuzione di risultato relativa agli anni che vanno dal 2005 al 2011, ha suscitato inevitabili commenti sia fuori che dentro palazzo Zanca. C’è chi trova del tutto inopportuno che a fare causa al Comune siano anche dirigenti ancora in servizio, come nel caso del dirigente allo Sport De Francesco, del dirigente alle Risorse Umane Di Leo, della dirigente ai Servizi al cittadino Letteria Santa Pollicino. Il caso più “curioso, però, è rappresentato dal dirigente all’Avvocatura nonché comandante della Polizia Municiale ad interim, Calogero Ferlisi. In qualità di capo dell’Ufficio degli Affari legali di Palazzo Zanca, Ferlisi ha quotidianamente a che fare con le montagne di ricorsi e contenziosi che mettono con le spalle al muro il Comune, e tra questi risulta anche il ricorso che lui ha presentato insieme a colleghi ed ex colleghi.

Ricordiamo che se il Comune dovesse soccombere si troverebbe costretto a sborsare ben 805.109,65 euro. A cui andrebbero aggiunti interessi legali, rivalutazione monetaria e spese legali.

Ma la causa intrapresa contro l’ente da Coglitore, Ferlisi e gli altri 7 manager pubblici non è certo l’unica a coinvolgere dirigenti. C’è ad esempio il caso degli ormai ex dirigenti Carmelo Altomonte, Attilio Camaioni, Provvidenza Castiglia, Nunzia Crisafulli e dei dirigenti in servizio Antonio Amato, Natale Castronovo e Romolo Dell’Acqua, i quali non solo hanno presentato ricorso per vedersi riconosciute le differenze retributive per le indennità di posizione e di risultato ma hanno anche deciso di ricorrere in appello contro la sentenza emessa da Tribunale del Lavoro nel 2013, che negava loro quanto richiesto e li obbligava altresì a pagare le spese legali. Altomonte, Camaioni, Castiglia, Crisafulli, Amato, Castronovo e Dell’Acqua intendono dimostrare che le anomalie sulla costituzione del Fondo per il finanziamento della retribuzione di posizione e di risultato del personale negli anni che vanno dal 2005-2011, con la mancata costituzione dello stesso nel biennio 2005 – 2006, hanno creato loro un danno economico. Il valore della causa è compreso tra 260mila euro e 520mila euro.

Per resistere al ricorso in appello, lo scorso novembre, la giunta Accorinti ha conferito incarico di patrocinio all’avvocato Mariangela Ferrara, impegnando una cifra di 13.176,00 euro.

Danila La Torre