Cronaca

Femminicidio Alessandra Musarra, i familiari di Cristian: non era violento

Cristian non era violento, non aveva mai fatto male a nessuno di loro. Era certamente “inquieto”, era stato seguito da uno specialista, ma si temeva potesse far del male a se stesso, non certo agli altri. Parola della madre e della sorella di Cristian Ioppolo, alla sbarra per l’omicidio della ex fidanzata Alessandra Musarra, trovata senza vita nel suo appartamento di Santa Lucia sopra Contesse il 7 marzo 2019.

Le donne hanno deposto ieri al processo, giunto agli sgoccioli. La prossima udienza, il 28 ottobre, servirà a sentire gli ultimi due testimoni, poi si passerà alla fase conclusiva.

Madre e sorella di Cristian hanno testimoniato a lungo, hanno ricostruito la personalità del ragazzo, la sua vita, la relazione con Alessandra, per quel che era a loro conoscenza.

Poi è stata la volta dei consulenti medici delle parti. Sia i medici legali delle parti civili- a cominciare da quelli della famiglia Musarra – che il perito di parte dell’avvocato Alessandro Billè, difensore di Cristian. Consulenti che hanno fornito letture diverse delle condizioni in cui è stata trovata morta Alessandra, letture ultronee anche rispetto alle conclusioni della dottoressa Patrizia Napoli, il medico legale che ha eseguito l’autopsia su incarico della Procura di Messina, qualche giorno dopo l’omicidio.

In particolare i dottori Alessio Asmundo e Umberto Gulletta – consulenti di parte civile – che hanno sottolineato i particolari legati alla “rottura del collo” che avrebbe strozzato Alessandra, portandola alla morte. Il dottor Nino Bondì – consulente della difesa – ha invece sottolineato il fatto che sul corpo di Alessandra non c’erano tutti quei segnali che sono tipici del soffocamento, dello strozzamento violento e accanito,e che ci sono in tutti i casi di soffocamento.

A sua volta la dottoressa Napoli aveva invece sottolineato la sublussazione spinale riscontrata sul corpo della ragazza, un elemento che invece secondo i consulenti di parte non sarebbe decisivo, anzi praticamente escluso. In sostanza si tratta di dire con certezza se Alessandra è morta per strozzamento o se si è rotta l’osso del collo, appunto, magari cadendo accidentalmente o se strattonata. Sul corpo della ragazza, ad esempio, non c’erano segni di lotta, non sembra essersi “aggrappata” a niente né difesa.

L’ultimo a deporre è stato il dirigente sanitario del carcere di Gazzi che ha “accolto” ed esaminato Cristian quando è arrivato dietro le sbarre, quindi la sera dopo l’omicidio: ha confermato di non aver trovato addosso a Cristian segni di scontri fisici né lesioni di alcun genere.