Cronaca

I rifornimenti di skunk? Volano dal viadotto. I soldi della droga investiti nei locali

MESSINA – Ci sono Paolo e Antonino Settimo, insieme a Giovanni Cacopardo, a capo del giro di droga scoperto dalla Squadra Mobile che ieri ha fatto scattare i 15 arresti tra Camaro e Santa Lucia sopra Contesse. Tutti e 15 ora attendono di essere interrogati, difesi dagli avvocati Salvatore Silvestro, Alessandro Trovato, Antonello Scordo e Alessandro Billè.

Antonino Settimo

A fare il nome di Cacopardo, già noto alle forze dell’Ordine, e ricostruire i suoi affari è stato Gianfranco Bonanno, prima grosso fornitore di coca della Messina-bene, dal 2021 collaboratore di giustizia. Bonanno ha svelato di aver intrapreso un “rapporto di collaborazione” con lui qualche anno prima dell’arresto. Ed è Bonanno a raccontargli alcuni retroscena dei suoi canali autonomi di fornitura.

La coca dalla Spagna a Messina attraverso la Campania

“Cacopardo mi disse che di recente ha trovato un canale di fornitura in Campania a Marano, ove potevano acquistare sia erba che cocaina a prezzo inferiore, mi spiegò che i napoletani in questo periodo vendono la cocaina a prezzi favorevoli rispetto ai calabresi, perché hanno un canale diretto con la Spagna”, spiega Bonanno agli investigatori. E rivela ancora: “Cacopardo mi dice che riceveva lo skunk (una varietà di cannabis, n.d.r.) dai catanesi e che arrivava all’altezza di Catarratti, la buttavano dal viadotto dell’autostrada nel punto di incrocio tra Catarratti e Gravitelli”.

Tutti gli affari degli spacciatori

Bonanno ha svelato anche i più recenti affari di Cacopardo con altri soci. Con uno in particolare, svela, Cacopardo discuteva spesso perché considerava il suo tenore di vita troppo “vistoso”, Mentre Cacopardo “teneva un profilo basso”, il socio “ha comprato una moto d’acqua, ha comprato appartamenti che affitta a stranieri, intestati a prestanome. Locali, sale giochi, pizzerie da asporto, paninerie e una lunga serie di bar, dal centro storico cittadino ai rioni, le attività nelle quali i soci re investivano i proventi dello spaccio.

Nella foto, il Questore di Messina Gabriella Ioppolo e il capo della Squadra Mobile Gianfranco Minissale.