Cronaca

“Il mio risveglio notturno per l’incendio e una sola richiesta: riavere subito l’acqua”

MESSINA – “Il mio incubo è cominciato alle 2,09 della notte del 19 luglio. Le fiamme divampavano attorno alla nostra casa e per fortuna mio figlio mi ha svegliato. Temevo per via del bombolone del gas. Una volta usciti, noi e i nostri cani, ho sentito un botto e ho temuto che fosse crollata la mia abitazione. Nel frattempo, un’enorme nuvola rossa ci sovrastava e, non lontano, nove famiglie stavano per essere evacuate a San Corrao”. A raccontare l’esperienza dell’incendio in Contrada Casazza, spento solo oggi, è una signora ancora “traumatizzata dall’esperienza. Non riesco più ad dormire la notte e la mia esigenza primaria è avere di nuovo l’acqua. Telefono da 24 ore ad Amam ma senza successo”.

La signora racconta di aver fornito l’acqua della cisterna ai vigili del fuoco e manifesta il suo apprezzamento per tutti coloro che hanno lavorato nella notte del 19, compresi la polizia municipale, i volontari di Protezione civile e l’assessore Massimiliano Minutoli. Tra le situazioni da tenere sotto controllo, in quel frangente, il deposito di bombole del gas a Ritiro.

Spiega: “Il problema è che non abbiamo più l’acqua, in una zona già in sofferenza idrica d’estate, e vorrei avere rassicurazioni. Premetto che qui l’acqua arriva spesso di colore marrone, e diventa inutilizzabile, ma è fondamentale pure per bagnare il terreno. La vallata è tutta bruciata e si solleva un’inquietante polvere nera”.

La donna rievoca un altro incendio, “quello terribile del 2007, e qui rischiamo la vita senz’acqua”. Tra la fuga da casa, le persone evacuate, “le fiamme imponenti fino a ieri a Scala Ritiro, è impossibile stare tranquilli. Subiamo incendi ogni estate ma stavolta è stata davvero dura. Pensavo, ripeto, di non rivedere più la mia casa. Ora voglio solo sapere quando noi e un’altra famiglia riavremo finalmente l’acqua. Non avendo risposte da Amam, mi sono rivolta pure alla polizia municipale. La situazione rischia di diventare insostenibile”.