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Pd chiede rimozione di De Luca, la replica: “A Messina nessun clima di odio sociale e intimidazione”

MESSINA – Il sindaco, Cateno De Luca, ha replicato a muso duro all’interrogazione parlamentare con la quale i deputati Santi Cappellani, Carmelo Miceli, Fausto Raciti e Pietro Navarra hanno chiesto al ministro dell’Interno la rimozione dalla carica del primo cittadino. “Durante una diretta Facebook – si legge nell’interrogazione – dopo aver accusato pubblicamente, indicandoli nominativamente, alcuni consiglieri comunali di essere i responsabili di più di 120 licenziamenti, avrebbe invitato indistintamente gli ascoltatori ad ‘andare a cercarli uno per uno’…”.

Nel documento si parla di “comportamenti che sono stati ripetutamente e pubblicamente denunciati da esponenti politici locali e nazionali del Pd, in quanto gravemente lesivi del rispetto che sarebbe dovuto alle istituzioni democratiche e ai suoi rappresentanti, e per il loro costante incentivo alla violenza e all’odio sociale; tuttavia, a parere degli interroganti, l’invito del sindaco durante la diretta Facebook, ad andare a cercare i consiglieri uno per uno, solleva gravi preoccupazioni”.

La risposta del sindaco

La replica De Luca l’ha inviata al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro dell’Interno, al prefetto e agli stessi deputati firmatari dell’interrogazione. Il sindaco esordisce sostenendo che Navarra “si profuse nel rallentare l’approvazione della legge sul risanamento in forza di una pastoia interpretativa su presunti conflitti costituzionali di competenza tra Governo e Regione”. Ed ancora:” Non è un caso che l’onorevole Navarra da tre anni cerchi di ostacolare questa Amministrazione manovrando un terzo dei consiglieri che bloccano strumentalmente le iniziative proposte, financo quando si tratta di obblighi di legge come la verifica degli equilibri di bilancio, che non è stata ad oggi approvata nonostante la scadenza fissata al 31 luglio scorso”. De Luca va oltre: “Il giorno dopo che fu pubblicata la graduatoria del Bando Mit Qualità dell’Abitare con Messina al primo posto con un  finanziamento di 170 milioni di euro, invece di gioire per il risultato storico raggiunto dall’Amministrazione De Luca, l’onorevole Navarra dichiarò di non essere stupito perché il Ministro Infrastrutture e Trasporti aveva tagliato la stoffa per cucire e consegnare una serie di vestiti su misura che hanno determinate caratteristiche di degrado urbano e Messina aveva la fisionomia – il fisico – più adatto per indossare quei vestiti”. L’Amministrazione comunale ha fatto bene a provarli e una volta fatto, non poteva vederli che consegnati… Ritengo che l’affermazione dell’onorevole Navarra sia stata ritenuta talmente paradossale – chiosa il sindaco – da essere stata interpretata come una boutade”.

Il sindaco: “Di cosa vengo accusato?”

De Luca entra quindi nel merito dell’interrogazione. “Di che cosa vengo dunque accusato? Di avere diffuso il nome dei consiglieri comunali che hanno bocciato la delibera per l’approvazione del Piano tariffario Tari 2021 e di avere detto, durante una diretta facebook, di andare a cercare i consiglieri che si erano espressi in senso sfavorevole, ritenendo gli interroganti che tali espressioni solleverebbero ‘gravi preoccupazioni, contribuendo non solo a fomentare un pericoloso clima di odio nei confronti di oppositori politici, ma anche a configurare una vera e propria istigazione a delinquere’. Dal punto di vista strettamente giuridico, è evidente che le preoccupazioni manifestate dagli interroganti, in quanto del tutto prive di qualsiasi elemento di prova a sostegno delle loro accuse – sostiene De Luca – si configurano quali mere speculazioni politiche. In parole semplici: si tenta di provocare la rissa per fare ricadere l’accusa di facinoroso sul sindaco.

Per quanto si tratti, evidentemente, di un tentativo disperato e infondato, non posso assistere inerte a una simile mistificazione dei fatti senza rendere noto ciò che è realmente successo. In ultimo, abbiamo presentato la delibera di variazione tariffaria Tari 2021 per ben due volte in consiglio comunale, che l’ha respinta nelle sedute del 30 giugno e del 29 luglio 2021 scorso. In occasione della seconda seduta (29 luglio 2021), la delibera è stata respinta con il voto contrario, espresso in forma palese, di 13 consiglieri comunali. Subito dopo il voto, molti dei consiglieri comunali che avevano bocciato la delibera hanno pubblicato sulle proprie pagine facebook un post con allegata la fotografia del tabellone d’aula nel quale era riportato l’esito della votazione, vantandosi di avere determinato, con il loro voto, la bocciatura della delibera.

Non c’è stata intimidazione

Anche la stampa locale pubblicava, in modo esemplificativo, la fotografia del tabellone d’aula, contribuendo a diffondere la conoscenza dei nominativi dei votanti, favorevoli e contrari. Dunque, la mera elencazione dei nominativi dei consiglieri che hanno espresso un voto sfavorevole alla delibera del piano tariffario non può assumere alcuna valenza intimidatoria.

Nel dettaglio, ciò che invece ci riguarda sono le ripercussioni originate dal voto contrario, che ha imposto immediatamente l’adozione delle misure di salvaguardia per evitare che la Messina Servizi Bene Comune Spa, società in house a capitale completamente pubblico del Comune di Messina, si indebitasse compiendo spese che non avevano la necessaria copertura…

“Non mi sono reso autore di istigazione a delinquere”

Infine, illustrissimi Presidente e Ministri, respingo al mittente, qualificandolo come una vera e propria calunnia, il timore, rappresentato dagli interroganti, che attraverso le mie esternazioni io possa essermi reso autore di una “istigazione a delinquere”. In merito a tale gravissima accusa desidero premettere di avere già avuto un confronto con il Prefetto di Messina, Cosima Di Stani, con la quale ho convenuto sulla totale assenza nel territorio comunale di episodi di criminalità o di tensione per eventuali rivendicazioni ascrivibili in modo diretto e/o indiretto alle mie dichiarazioni. Di ciò potrete avere diretta conferma dalla stessa prefetto alla quale ho comunque assicurato che non avrei inasprito i toni, seppure io sia comprensibilmente sconcertato e disgustato dal dovere assistere all’ennesimo attacco politico che viene promosso strumentalizzando i fatti e millantando preoccupazioni inesistenti”.

In conclusione, De Luca rivolgendosi al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Interno e al Prefetto, ha detto di “riconoscere ed essere consapevole dei miei toni irriguardosi ed aspri, ai quali ricorro quando si tratta di difendere i diritti costituzionalmente garantiti dei miei cittadini e per i quali non esito ad assumermi le mie responsabilità, così come non ho inteso impugnare il decreto penale di condanna per l’offesa che l’anno scorso avevo recato al ministro Lamorgese: spesso la passione con la quale io sento di dovere esercitare il mio ruolo di Primo Cittadino mi spinge ad assumere posizioni di contrapposizione, che tuttavia non tracimano mai nella illegalità che, al contrario, combatto ogni giorno come uomo delle istituzioni. Nel confermare che a Messina non c’è nessun clima di intimidazione o odio sociale, ho ritenuto fondamentale rispondere pubblicamente alla accusa perché nella mia vita da amministratore pubblico non ho mai immaginato di diventare martire della democrazia, ma ritengo che il provvedimento di rimozione, non per fatti mafiosi o reati penali, di un sindaco democraticamente eletto mi farebbe diventare tale e avrebbe l’unico effetto di darmi una spinta in più per continuare la mia battaglia di legalità e civiltà per il mio territorio…