Cultura

Il piano Borzì: una città pensata per difendersi dal terremoto

Pubblichiamo uno scritto dello studioso Franco Chillemi. In primo piano il piano regolatore predisposto dall’ingegnere capo del Comune Luigi Borzì, approvato nel 1910. Un piano che ha guidato la ricostruzione della città distrutta dal terremoto del 1908.

Ridisegnare Messina distrutta dal terremoto

Luigi Borzì, divenuto ingegnere capo nel 1908 dopo una lunga esperienza presso l’ufficio tecnico comunale, elaborò lo strumento urbanistico in tempi rapidissimi grazie alla sua esperienza professionale. La formazione di Borzì, già anziano al momento del terremoto, lo induceva a privilegiare i temi della viabilità e dell’igiene pubblica, tipici della cultura urbanistica ottocentesca che aveva affrontato epidemie e rivoluzioni ricorrendo allo sventramento dei quartieri malsani .
L’intera terra città di Messina risultava distrutta e non occorreva individuare le aree da ricostruire .
Le rovine si estendevano dal centro , pressoché annientato , ai villaggi ed alla Riviera settentrionale.

Scelte drastiche dettate dalla normativa antisismica

Nella ricostruzione Borzì applicò la nuova normativa antisismica in tema di altezze e distanze dei nuovi edifici e fece riferimento alla tecnica del cemento armato che sembrava fornire una salvaguardia contro futuri possibili disastri.
La vicenda umana di Luigi Borzì, che aveva perso due figli nel terremoto, rispecchiava le esperienze luttuose che accomunavano le famiglie messinesi falcidiate dal sisma che aveva ucciso decine di migliaia di cittadini . L’osservanza della normativa antisismica e la necessità di garantire la sicurezza della nuova Messina escludevano la possibilità di recuperare il patrimonio monumentale ancora esistente.
Basandosi su queste premesse Borzi’ affidò la conservazione della storia urbanistica cittadina alla conservazione del suo disegno stratificato nei secoli : conservo’ dunque vie e piazze principali e non si curò del patrimonio architettonico.

Il sacrificio degli edifici monumentali

L’applicazione della normativa antisismica comportò comunque la cancellazione di vie e piazze minori di rilievo storico e rese quasi impossibile il recupero degli edifici monumentali. Tuttavia una ridotta campionatura di edifici storici , destinati ad essere pesantemente restaurati o ricostruiti , fu individuata a fatica e si affidò al museo il compito di conservare la memoria storica della città distrutta.

L’avvento della speculazione edilizia

La rapida e inaspettata crescita demografica di Messina ha portato alla crisi il piano Borzì.
Dopo le gravissime distruzioni dell’ultimo conflitto mondiale , l’intensa attività edilizia ha provocato demolizioni e sopraelevazioni nel centro della città mentre ai suoi margini le aree edificabili sono state occupate con criteri puramente speculativi. La città ideata dal Borzì , con i suoi meriti e limiti, è stata sconvolta benché fosse rappresentativa di un importante momento storico di Messina e meritevole di tutela con le sue architetture eclettiche e i pochi ricordi del suo assetto preterremoto.

Franco Chillemi

Chillemi è cultore di Storia dell’architettura e dell’urbanistica di Messina e del suo territorio. Ha pubblicato volumi sul centro storico, i borghi e i casali di Messina, sul quartiere ebraico e su aspetti diversi di architettura e arte dal Medioevo al Novecento a Messina. Nonché un manuale di Storia dell’architettura a Messina, studi su Milazzo e contributi su Taormina, Salina, Ficarra e altri centri della provincia.