Caso Sindoni, la presidente Barrile rispedisce la palla a Le Donne: “Acquisiamo nuovi atti”

L’ultima parola sul caso Sindoni non è stata affatto detta con la nota del segretario generale Le Donne che si è basato esclusivamente sul parere dell’ufficio legislativo e legale della Regione. Se sul piano legale e giuridico nei giorni scorsi è stato l’avvocato Antonio Catalioto (leggi qui l’articolo) a spiegare perché la consigliera comunale Donatella Sindoni era ed è pienamente eleggibile, giacchè la norma alla quale ha fatto riferimento il primo dei non eletti, Cocivera, nel ricorso, è superata dalla normativa e da ben 2 circolari degli assessori Valenti e Scoma, adesso è la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile ad alzare la paletta.

Se Le Donne aveva lasciato la palla al Consiglio comunale per votare la presidente la restituisce al mittente proprio in base a quanto scritto dall’ufficio legale della Regione.

“Considerata l’urgente definizione della questione da parte del Consiglio- scrive Emilia Barrile- si chiede al segretario generale,valutando la nota della Regione, di esprimere il suo autorevole parere se la stessa possa costituire l’atto presupposto alla legittima decadenza o se di contro sia opportuno o necessario acquisire altri atti dagli uffici in materia”.

Secondo la tesi di Le Donne, che peraltro ha già attivato anche la Prefettura per procedere al successivo dei non eletti (Cocivera infatti è coinvolto nell’inchiesta sugli aborti clandestini), basterebbe il parere dell’Ufficio legale per definire chiusa la vicenda. Di parere del tutto diverso sia l’avvocato Catalioto, che ricorda le circolari, gerarchicamente superiori al parere e la stessa normativa, che la presidente Barrile.

“Del resto-continua la presidente- basta tenere conto anche di quanto si legge nel parere dell’Ufficio legislativo, nel penultimo capoverso che recita: de iure condendo si suggerisce, comunque, di valutare la possibilità di promuovere d’intesa con l’organo politico un’iniziativa legislativa volta ad emendare il testo della normativa in esame anche al fine di superare le criticità evidenziate”.

E’ quindi lo stesso parere legale a suggerire un intervento di tipo legislativo. Del resto la normativa dell’86 è del tutto inattuale perché, dal momento che sono trascorsi 30 anni, le Usl alle quali si fa riferimento (i cui vertici erano nominati dal Comune) e le strutture convenzionate non esistono più e sono state sostituite con le Asp (i cui vertici sono nominati dalla Regione) e da un rigido sistema di accreditamento.

Rosaria Brancato