Politica

La movida a Messina metafora di una città prigioniera dei suoi problemi

MESSINA – Il tema della cosiddetta movida infiamma gli animi ogni estate. E dimostra che l’assenza di interventi strutturali e risolutivi comporta che il problema si ripresenti, aumentando così l’esasperazione di chi subisce le situazioni. E così la questione diventa la metafora di una città che fa fatica a trovare una sintesi tra interessi legittimi, nell’ottica dell’interesse generale. La politica, e questo investe tutte le amministrazioni che si sono succedute negli anni, ha il compito di operare questa sintesi e risulta evidente la necessità che si costruiscano in questa città maggiori spazi di civiltà.

Sì all’intrattenimento ma anche al diritto al riposo dei residenti

Spazi a parte per l’industria dell’intrattenimento e rispetto delle regole, per quanto riguarda le emissioni acustiche. E, ancora, un nuovo regolamento per le attività balneari e la tutela del centro storico. Tutti elementi fondamentali perché una città possa definirsi civile. Se siamo ancora una volta costretti a ribadirlo, significa che il traguardo è lontano dall’essere raggiunto. Sembra ovvio sostenere che intrattenimento e svago vadano bene ma non a discapito delle esigenze e dei diritti dei residenti. Eppure non si è ancora trovata quella formula che consenta il passaggio dal principio all’applicazione.

Con la nuova ordinanza del sindaco, a cui è seguita la dura reazione dell’associazione Centro storico, ritroviamo così le emergenze di sempre. Ha messo in evidenza il suo presidente Anthony Greco: “Un’ordinanza deve rispettare un principio sacrosanto: il diritto dei cittadini a vedere garantito il riposo notturno e la pubblica quiete. Noi non capiamo dove sia rispettato questo principio. L’orario di diffusione della musica stabilito dalle leggi nazionali è stato addirittura “aumentato” dal sindaco anziché essere ristretto, con le conseguenze sul mancato riposo e sulla sicurezza”.

Sull’argomento interviene pure il gruppo civico “RispettaMessina”: “Nel silenzio generale, la città di Messina è ai primi posti per inquinamento ambientale, inquinamento acustico e inquinamento elettromagnetico. Ma nonostante tutto ciò viene concessa ai locali, ritrovi, lounge bar e quant’altro, una sarabanda di intrattenimenti musicali e di eventi non meglio definiti. Musica dal vivo e serate danzanti per tutti i giorni della settimana, dal lunedì alla domenica e a tutte le ore fino a notte inoltrata, togliendo anche i due giorni di “pausa” previsti nelle precedenti ordinanze”.

Per “RispettoMessina”, si favoriscono gli interessi dei gestori ed esercenti dei locali di vario tipo a discapito di chi vive nelle zone coinvolte. Da segnalare anche la lettera, precedente alla nuova ordinanza, di un gruppo di residenti della riviera nord e della via Panoramica area Paradiso. Un appello affinché le istituzioni affrontino davvero il problema.

Quella che ancora manca è una visione d’insieme che traghetti Messina verso una nuova stagione di diritti e doveri, nell’interesse generale. Un punto di vista quasi rivoluzionario in una città abituata a vivere una moltiplicazione d’interessi contrapposti e spesso di categoria.

In questo nodo, la voce dell’amministrazione comunale deve risultare più incisiva. Deve farsi sentire in modo forte e chiaro. Altrimenti, continueremo ogni estate a commentare l’ennesima ordinanza in eterna attesa di una svolta che non c’è. Che non arriva.