sanità

Lotti contro il tumore? A Messina rischi di restare anche senza farmaci

MESSINA – Dopo un mese e mezzo di ritardo, sono tornati disponibili a Messina i farmaci per pazienti diabetici, distribuiti sotto controllo clinico e dagli ospedali centralizzati. Mancano invece quelli per i pazienti oncologici, che arrivano con ritardo e non bastano a soddisfare la richiesta.

“Sono farmaci che vanno assunti a cadenza precisa, a volte ad orari regolari. Qualcuno è rimasto senza per ben tre settimane”. L’allarme è del dottore Franco Previte di T-Dice, l’associazione che mira alla Tutela dei Diritti di Imprese e Cittadini Europei.

Sentendo i pazienti trattati, poi, vengono fuori altri dati. Anzitutto che quella della carenza dei farmaci è una tendenza che va aumentando di mese in mese. Si allungano gli elenchi dei ritardi di pari passo con le liste d’attesa per le visite specialistiche (leggi qui il nostro approfondimento)

Troppa burocrazia e la sanità pubblica rischia di alzare bandiera bianca

Poi, che con una migliore organizzazione, probabilmente a costi contenuti, la distribuzione di questi farmaci potrebbe diventare più agevole. A volte, infatti, a negare di fatto l’assistenza sanitaria non sono soltanto né soprattutto i tagli alle risorse. Anche una eccessiva burocratizzazione e una serie di disservizi contribuiscono a rendere ancora più difficile la vita dei malati.

Questi farmaci infatti per il distretto di Messina sono disponibili e ritirabili soltanto all’ex ospedale Mandalari, dove l’Asp ha centralizzato le attività della farmacia. Sono tanti quelli che si mettono in viaggio da 40, 50 km, per avere uno di queste confezioni di medicine essenziali per la loro lotta contro il tumore, spesso rimanendo a bocca asciutta perché il farmaco non è ancora disponibile e senza la possibilità di poterlo verificare prima.

“Eppure si potrebbe creare un sistema di prenotazione e di smistamento tramite le farmacie di paese, per esempio”, aggiunge ancora Previte. Tutti disservizi che mettono a repentaglio la salute di tanti malati, ma che soprattutto creano le condizioni per “spingere” verso l’assistenza privata, che a fronte di un pubblico che alza bandiera bianca sembra sempre di più l’unica scelta. Una scelta obbligata, se non creata ad arte.

Come nel caso, ancora una volta, delle lungaggini per le visite. Che la Regione cerca di ridurre finanziando i privati (leggi qui). Misure che almeno fino a questo momento sembrano non essere servite molte, leggendo i tempi medi d’attesa per Messina monitorati da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali).