cronaca

Mafia a Barcellona, condanna a 6 anni per Cattafi

Ha deciso così la Corte d’Appello di Reggio Calabria: 6 anni di reclusione per Rosario Pio Cattafi, uno in meno rispetto alla condanna decisa in secondo grado a Messina nel 2015. I giudici hanno confermato il coinvolgimento di Cattafi negli affari del clan di Barcellona fino al 2000, considerandolo provato solo fino a quella data come già avevano fatto i colleghi messinesi, ma non hanno accolto la tesi secondo la quale i contatti andavano oltre quella data ed hanno confermato il “no giudiziario” all’accusa che Cattafi ricoprisse un ruolo di vertice all’interno dell’associazione mafiosa.

Riconosciuti anche i risarcimenti alle parti civili, l’associazione nazionale dei Familiari Vittime della Mafia e il Comune di Mazzarrà Sant’Andrea.

Era stata la Procura Generale, alla scorsa udienza, a sollecitare la condanna, dopo aver inizialmente chiesto l’accoglimento, da parte dei giudici, dei rilievi mossi dalla Corte di Cassazione. La Suprema Corte aveva infatti censurato la sentenza di secondo grado messinese, chiedendo che venisse rivista.

A Reggio Calabria però il processo è stato riaperto ed è stato ascoltato l’ex boss pentito Carmelo D’Amico. Dopo la sua deposizione l’Accusa ha chiesto la condanna, discostandosi dall’iniziale appello del PG. Il verdetto ha accolto in parte le nuove richieste della Procura ma anche quelle della difesa, ridimensionando ulteriormente il ruolo attribuito a Cattafi e riducendo la condanna decisa a Messina.

Il verdetto è un tassello dell’operazione Gotha 3, la maxi inchiesta sulla cupola mafiosa e i colletti bianchi del clan del Longano. Ma non è una sentenza definitiva. L’avvocato Salvatore Silvestro, difensore del legale barcellonese che oggi ha 69 anni, può tornare a chiedere nuovamente l’udienza in Cassazione.

Nonostante l’ulteriore ridimensionamento del ruolo che originariamente si attribuiva al mio cliente, che non dimentichiamo veniva additato come il capo dei capi, tenuto conto delle motivazioni con le quali la Corte di Cassazione aveva annullato la precedente sentenza di condanna, non mi resta che attendere le motivazioni di questa nuova decisione per proporre una nuova impugnazione”, commenta infatti l’avvocato Silvestro.