Mafia a Barcellona: pentito conferma contatti con Cattafi, il PG: "Condannatelo"

Mafia a Barcellona: pentito conferma contatti con Cattafi, il PG: “Condannatelo”

Alessandra Serio

Mafia a Barcellona: pentito conferma contatti con Cattafi, il PG: “Condannatelo”

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venerdì 01 Ottobre 2021 - 06:35

Il 6 ottobre la sentenza a Reggio Calabria dopo le rivelazioni del boss pentito D'Amico

E’ il 6 ottobre il giorno previsto per la sentenza d’appello al processo d’appello bis per Rosario Pio Cattafi, l’avvocato di Barcellona coinvolto nell’inchiesta antimafia Gotha 3 e indicato dagli inquirenti messinesi come l’uomo-ponte tra il clan del Longano, e non solo, e le istituzioni.

IL PROCESSO

Il Procuratore Generale di Reggio Calabria Antonio Giuttari qualche giorno fa ha concluso la sua requisitoria chiedendo ai giudici di ribaltare il verdetto dei colleghi di Messina che nel 2015 condannarono Cattafi a 7 anni, riconoscendo provato il reato di concorso esterno all’associazione mafiosa soltanto fino al 2000. La richiesta dell’Accusa è arrivata dopo la deposizione dell’ex boss pentito dei barcellonesi, Carmelo D’Amico, capo dell’ala militare dei barcellonesi alla metà del decennio scorso.

IL PENTITO RACCONTA

D’Amico ha confermato le dichiarazioni già rese a proposito di Cattafi, arrivate dopo la sua prima fase di avvio della collaborazione con la giustizia, che adesso entrano a far parte del processo al legale barcellonese. In particolare, nel 2015 l’ex boss ha raccontato di aver saputo dai pezzi da ’90 del clan del ruolo del legale nella vicenda dell’urologo Attilio Manca.

Era stato l’avvocato Fabio Repici, legale dell’associazione Familiari vittime della mafia, a chiedere ai giudici di riaprire il processo per interrogare D’Amico. Mercoledì prossimo prenderà la parola l’avvocato Salvatore Silvestro, difensore di Cattafi, poi i giudici si ritireranno in camera di consiglio per emettere il verdetto. Il processo è stato riaperto a Reggio Calabria su rinvio della Corte di Cassazione, che ha chiesto alla Corte d’Appello calabrese di rivedere la sentenza emessa a Messina nel novembre 2015, che non aveva riconosciuto in Cattafi uno dei boss della famiglia mafiosa barcellonese. La Cassazione aveva decido il rivio accogliendo il ricorso del difensore di Cattafi, l’avvocato Silvestro, per il quale la condanna a 7 anni era ingiusta. L’indicazione della Suprema Corte, quindi, andava in direzione di una pronuncia favorevole a Cattafi. Inizialmente la Procura generale ha invocato la conferma di quel verdetto. Alla fine del nuovo processo, invece, la richiesta è stata diversa: riformare la sentenza, riconoscendo la mafiosità del legale e il suo ruolo nell’associazione.

L’APPELLO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME DI MAFIA

Nei giorni scorsi l’Associazione Familiari Vittime della Mafia ha diffuso una lettera aperta in cui chiede che venga scongiurata la possibilità che Cattafi possa godere della prescrizione del reato contestato.

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