Cronaca

Messina, condannato ad 11 anni per traffico di droga ma era “un errore di persona”

MESSINA – Cadono la condanna e le accuse per Cristian Restuccia, uno dei principali protagonisti dell’operazione Tunnel, l’inchiesta su un maxi traffico di droga tra lo Stretto e l’Albania. La Corte di Cassazione, accogliendo la richiesta dell’avvocato Salvatore Silvestro, ha annullato la condanna ad 11 anni, emessa in primo grado e confermata in appello, per Restuccia, considerato dai giudici messinesi proprio uno dei capi del traffico. I giudici della Suprema Corte hanno disposto l’annullamento senza rinvio. La sentenza quindi è stata cassata del tutto, senza nuova discussione, e Restuccia, oggi ai domiciliari, tornerà presto a piede libero.

“Restuccia è del tutto estraneo al reato associativo ed è vittima di un più che evidente errore di persona”, aveva commentato alla condanna l’avvocato Silvestro (nella foto). I giudici romani sembrano avergli dato ragione. La Cassazione ha invece respinto l’appello di Francesco Maggio, difeso dall’avvocato Francesco Villardita. Per lui la condanna a 14 anni e mezzo diventa perciò definitiva.

Il blitz della Polizia

Denominato operazione Tunnel, risale a luglio del 2019 con 12 arresti nel rione Mangialupi. Due anni prima gli agenti avevano sequestrato 42 chili di marijuana nascosti nella galleria ferroviaria dismessa Spadalara, a Bisconte. Da qui il nome dell’operazione.
Due mesi dopo, alla rada San Francesco, altri due sequestri di marijuana in arrivo dopo l’acquisto a Martinafranca, uno da 22 e uno da 10 chili.
Attraverso intercettazioni e pedinamenti, gli investigatori hanno poi ricostruito chi spacciava marijuana, cocaina e hashish a Messina, comprandola dai trafficanti con rapporti nell’est europeo