Strada finalmente riaperta. Ci sono voluti 53 giorni (nei correlati tutte le peripezie) per mettere in sicurezza l’Arco di Cristo Re e poter consentire di nuovo il transito al di sotto, a partire da stamattina.
Era lo scorso 24 ottobre quando, a causa di alcuni cedimenti, la strada era stata chiusa. Proprio ieri l’assessore Salvatore Mondello ci aveva detto che i lavori erano alle battute finali e stavolta la previsione era corretta.
L’Arco è ora ricoperto da una grande rete verde a protezione, per impedire nuovi crolli, in attesa di un intervento più radicale. Nel frattempo, però, i cittadini possono finalmente tirare un sospiro di sollievo.
“L’Arco è stato messo in sicurezza – dicono gli assessori Salvatore Mondello e Massimiliano Minutoli –. Siamo consapevoli dei disagi che la cittadinanza ha dovuto subire ma è palese che gli inconvenienti che hanno determinato i ritardi imprevisti non sono dipesi dall’Amministrazione. Siamo di fronte ad un’opera di grande pregio, che fa parte del patrimonio architettonico della città; la sua collocazione logistica, adiacente ad uno dei panorami più belli di Messina, ne fa un vero e proprio gioiello, il cui restauro non è paragonabile a ripristini di tipo ordinario”.
I due assessori ribadiscono i motivi dei ritardi: “Una prima criticità è stata causata dalla difficoltà di reperimento dei materiali, che appunto non sono facilmente rintracciabili sul mercato. Si è anche avuto il ritiro dell’impresa che avrebbe dovuto iniziare i lavori, quindi è stata necessaria una successiva fase burocratica aggiuntiva che ha avuto i suoi tempi; il tutto condito dalle avverse condizioni meteo, con nubifragi che hanno ulteriormente ritardato i lavori. Troppo spesso si ha una percezione errata del volume dei provvedimenti burocratici che riguardano i lavori pubblici; già nell’ordinario esistono tempistiche ben precise da rispettare per legge. Quando poi si tratta di opere soggette a vincoli e di inestimabile valore architettonico come l’Arco e le mura in questione, che rappresentano una delle rare testimonianze delle fortificazioni spagnole, è evidente che gli adempimenti siano molto più gravosi. In ogni caso abbiamo monitorato costantemente e personalmente tutto l’iter, con continui sopralluoghi e analisi dei carteggi in sinergia con la Soprintendenza; adesso, finita la fase della messa in sicurezza, inizieremo con la diagnostica dell’Arco per procedere al definitivo restauro. Auspichiamo che si comprenda che le attività condotte con perizia e attenzione richiedono modalità e tempi ben precisi; esistono fasi di lavoro propedeutiche, che non sono visibili all’esterno, ma sono ugualmente impegnative ed onerose. Un ringraziamento particolare va alla Soprintendenza e ai tecnici che si sono resi subito disponibili per una condivisione degli interventi da eseguire sia nell’immediato che nelle fasi successive”.